Oltre ogni logica
Per almeno tre decenni, gli ex ambientalisti, ora diventati solo ed esclusivamente anticaccia e animalisti, hanno fatto il bello e, soprattutto, il cattivo tempo in materia di legislazione venatoria, riducendo continuamente (e spesso del tutto immotivatamente) tempi e specie di prelievo venatorio. Ora che da circa un anno il nuovo governo per il tramite del ministro Lollobrigida ha approcciato l’enorme e complessa problematica venatoria con uno spirito nuovo, più pragmatico, scientifico e comunitario, si sta sfiorando quasi la rivolta e alcuni organi di stampa notoriamente vicini a quelle lobby ambientaliste che sono servite come trampolino di lancio politico per una discreto numero di dirigenti, si stanno spendendo oltre ogni logica e anche contro ogni pudore. Il Fatto Quotidiano appare molto impegnato su questo fronte, infatti, qualche giorno fa ha pubblicato un articolo al vetriolo ma in gran parte basato su frasi fatte, luoghi comuni e dati privi di qualunque fondamento scientifico, come il conteggio di comunissimi omicidi fra gli incidenti di caccia avvenuti in ambito “extra-venatorio”: non una figura retorica ma una vera e propria offesa all’intelligenza dei lettori.
Conseguenze penali
Oggi il quotidiano si lancia contro il “decreto Asset”, accusando il governo di aver fatto un favore ad armieri e cacciatori, “depenalizzando l’uso del piombo delle munizioni nelle Zone umide”. In realtà, la cosiddetta depenalizzazione ha semplicemente impedito che alcune migliaia di cacciatori subissero delle conseguenze sproporzionate (penali) per un reato che in tutta Europa viene giustamente punito con una semplice sanzione amministrativa. Tutto qui. Contrariamente a quanto afferma il quotidiano, il nuovo governo non obietta sul divieto del piombo nelle Zone Umide, vuole soltanto fare chiarezza proprio in merito alla definizione di “Zone Umide” e chiede giustamente la loro precisa identificazione per evitare inutili contenziosi. D’altra parte, gli armieri hanno già da anni messo a punto nuovi materiali “no toxic” normalmente utilizzati nelle zone umide e quindi non hanno bisogno di regali politici. Per quanto riguarda la presunta riduzione del potere dei giudici amministrativi, non si può certo ignorare che per decenni, le associazioni ambientaliste hanno utilizzato a man bassa l’ingiustificata prerogativa di poter ricorrere ai vari TAR regionali in maniera completamente gratuita, e potendo contare sulla “collaborazione” di un organismo scientifico sempre meno tecnico e sempre più politicizzato come l’ISPRA.
La biodiversità del nostro paese
Infine, tanto per mettere la ciliegina sulla torta, si ritorna sulla sciagurata uccisione dell’orsa Amarena per suscitare una indignazione pubblica che non ha proprio niente a che vedere con la caccia. L’autore dell’articolo, invece, non spende neanche una parola per sottolineare che la preziosa biodiversità nel nostro Paese è in grave rischio proprio per l’incontrollata presenza di alcune popolazioni di fauna selvatica, soprattutto alloctona, e che anche la fauna autoctona (sia quella cacciabile come i cinghiali e gli altri ungulati, sia quella protetta o particolarmente protetta come lupi e orsi) è in costante crescita, con rischi enormi per l’agricoltura (raccolti distrutti), la sicurezza pubblica (incidenti stradali e aggressioni), e per l’intera sopravvivenza di un comparto
fondamentale per l’economia nazionale come la suinicoltura (Peste Suina Africana). E in preoccupante crescita sono anche alcune specie come i corvidi che hanno praticamente eradicato molti piccoli passeriformi come cardellini e verdoni. Come si vede, fare informazione è più difficile che disinformare (specie a fini politici), seminando allarmismi non esagerati ma del tutto immotivati (fonte: ANLC).