Nelle giornate del 24 e 25 novembre si sono svolte le sedute plenarie del Parlamento Europeo in cui sono state votate le due mozioni per il rigetto della proposta della Commissione Europea che deve regolamentare l’uso delle cartucce senza piombo nelle zone umide. Le proposte provenivano dai gruppi politici ECR e ID. L’esito è stato purtroppo sfavorevole per i cacciatori, perché la maggioranza del Parlamento Europeo ha votato contro le proposte di revisione, ma è comunque confortante notare che in particolare nella votazione del giorno 24 hanno votato a favore dei cacciatori europei ben 292 deputati su 693, mentre 362 sono stati contrari.
Nell’ambito di un risultato negativo, è tuttavia interessante verificare che l’attività di lobbying messa in atto da FACE, Federcaccia, e altre associazioni venatorie italiane ed estere oltre che dalle Associazioni del settore armiero e industriale, ANPAM in prima fila per il nostro Paese, ha reso consapevoli molti parlamentari europei del problema in generale e di un testo della Commissione che confonde le aree asciutte con quelle umide, rende impossibili controlli e l’esercizio della caccia a selvaggina di terra in modo corretto. Da non sottovalutare poi che questi ultimi passaggi sono gli atti conclusivi di un iter legislativo che si è sviluppato per più di 5 anni, nel quale il mondo venatorio e armiero è riuscito a ottenere un sensibile rallentamento del processo decisionale sull’adozione della restrizione, oltre ad aver posto dei punti fermi che saranno utili in sede di trasposizione delle norme a livello nazionale.
Si ribadisce che per FACE e Federcaccia il testo della Commissione è di fatto un tentativo di estendere il divieto di uso del piombo a tutto il territorio, prova ne sia che le associazioni ambientaliste italiane, e molte europee, hanno fondato la loro campagna su un divieto del piombo “generico” e non nelle sole zone umide. A questo punto è logico aspettarsi che il Consiglio dell’Unione europea decida di non opporsi all’adozione della proposta di restrizione, che dovrebbe quindi essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE ai primi di dicembre, entrando in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Da quel momento ci saranno due anni di tempo per gli Stati Membri per adeguare la propria legislazione in materia.
Recentemente la Commissione ha manifestato alcune aperture per modificare in parte il testo, tuttavia vi sono alcune parti non accettabili, che è necessario siano riviste per non penalizzare i cacciatori europei, in particolare degli Stati mediterranei dove la caccia alla piccola selvaggina migratoria è importante e tradizionale. Federcaccia continuerà a seguire in modo costante e da vicino come ha fatto in questi anni, l’evoluzione del recepimento da parte dello Stato Italiano e ringrazia pubblicamente tutti i parlamentari europei italiani che hanno supportato, in alcuni casi in modo convinto e compatto, il voto contrario, dimostrando sensibilità alle argomentazioni dei cacciatori.