WWF Foggia, ACLI Ambiente e il Centro Studi Naturalistici hanno chiesto al Comitato di Gestione dell’Ambito Territoriale di Caccia pugliese di annullare la delibera dello scorso 18 aprile con cui si convertono i permessi annuali di caccia in giornalieri. Come precisato dalle associazioni, questa conversione totale è una consuetudine e stavolta riguarderà 800 permessi relativi alla selvaggina migratoria da riservare a cacciatori provenienti fuori dalla Puglia.
Gli 800 permessi diventeranno 16mila giornalieri. La richiesta è stata indirizzata anche al Segretario Generale della Provincia, al Prefetto foggiano e ai dirigenti del Servizio Caccia e Pesca. Si teme soprattutto un aumento incontrollato del numero di cacciatori, per di più senza legami col territorio locale. Il calcolo è stato fatto moltiplicando per 20 (il numero dei giorni di caccia) gli 800 permessi annuali.
Senza cambiare nulla la pressione venatoria sarebbe molto inferiore, a tutto vantaggio della salvaguardia ambientale e faunistica. Ecco il perché della richiesta di annullamento. Le associazioni ambientaliste e il Centro Studi sono convinti che ci saranno giornate con un numero di cacciatori extraregionali superiori al limite di 800, come avvenuto a ottobre del 2015 (in una giornata di caccia sono stati rilasciati 1306 permessi).
Altro scenario paventato è quello di un “turismo venatorio mordi e fuggi”, penalizzante nei confronti delle offerte alberghiere ed enogastronomiche. La richiesta si conclude con quello che potrebbe essere il motivo dei permessi giornalieri, cioè la risposta a un componente dell’ATC in cui si parlerebbe di incassi poco consistenti.