La Wilderness invia lettera di ringraziamento alle Associazioni Venatorie Italiane e a Tutto il Mondo Venatorio.
Oggetto: La caccia ed i cacciatori per l’ambiente. Un ringraziamento alla Federazione Italiana della Caccia e ancora un appello a tutto il mondo della caccia.
La scrivente Associazione è ben conscia delle divisioni interne al mondo della caccia. Divisioni, rivalità e punti di vista contrastanti sulle tematiche della caccia. Non è nostra intenzione affrontarle, né tanto meno fare da tramiti per risolverle (impresa titanica!), ma siamo ben consci che proprio queste divisioni e contrasti sono forse il massimo punto di forza del mondo ambientalista anticaccia per continuare a “sparare” contro la caccia ed i cacciatori e, se non il grimaldello per batterlo, almeno il “dividi ed impera” che permette loro facili vittorie.
C’è poi un altro aspetto che indebolisce il mondo della caccia. Per quanto i cacciatori si preoccupino di ripopolamenti e gestione della selvaggina, di censimenti, di prevenzione antincendio, di convegni ed esposizioni anche educativi per la fauna e l’ambiente, mai (o molto raramente) essi portano avanti iniziative di vera e propria conservazione della Natura, quella conservazione che è poi la vera finalità delle associazioni ambientaliste, anticaccia e non.
L’AIW, ed il sottoscritto in particolare, sono anni che vanno sostenendo che il mondo della caccia ed i cacciatori dovrebbero operare non solo per i loro stretti interessi venatori, ma anche per una salvaguardia di luoghi, montagne, foreste, paludi, che se sono per i cacciatori territori di caccia, sono per tanti altri cittadini luoghi per altre attività ricreative o comunque luoghi da tanti amati ed apprezzati per la loro bellezza o per il loro valore biologico/naturalistico. Ma il mondo della caccia non si è mai fatto artefice della conservazione di questi luoghi, e solo rare volte si è schierato in loro difesa – per la paura di vederli trasformati in aree chiuse alla caccia. Ed è così che il cacciatore si è rannicchiato in un corporativismo assolutamente deleterio, perché così facendo non offre a chi a caccia non va ma che neppure alla caccia e contrario, motivi per poter alzare la propria voce in
difesa della stessa, motivi da poter portare ad esempio di ciò che di buono anche la caccia ha saputo fare per la Natura, quella natura che essi amano frequentare anche senza praticarvi attività di caccia ma salvata anche con l’aiuto dei cacciatori. In altri paesi questo avviene, ed i cacciatori hanno una loro dignità ambientalista e godono di un rispetto che gli anticaccia non riescono a scalfire. Ed ecco, quindi, che anche in Italia il mondo della caccia dovrebbe muoversi per creare queste opportunità, questo dare motivazioni valide e sostenibili a chi a caccia non va ma che la caccia vuole poter difendere.
L’AIW aveva più volte lanciato appelli al mondo venatorio affinché fosse aiutata finanziariamente a sopravvivere ma anche a preservare alcuni luoghi di alto valore ambientale e di biodiversità; luoghi che con tanto sacrifico personale di mecenati ed anche piccoli benefattori sta cercando di preservare prima che sia troppo tardi. Ebbene, se è vero che a questo appello hanno risposto poche organizzazioni (alcune con promesse finora non ancora mantenute e, purtroppo, nessun gruppo industriale che dalla caccia trae il proprio business!), almeno una ha trovato il coraggio di farlo: la Federazione Italiana della Caccia; e noi dell’AIW non possiamo che augurarci che sia solo la prima di esse.
Oggi l’AIW è quindi lieta, con questa lettera aperta, di ringraziare pubblicamente la Federazione Italiana della Caccia, la quale, attraverso la sua Presidenza nazionale, il Consiglio regionale della Liguria e la Sezione provinciale di Frosinone, ha permesso l’acquisto nelle Langhe di tre ettari di boschi di elevato valore ambientale, dove metro quadro aggiunto a metro quadro l’AIW sta costituendo quelle che già oggi sono definite Area Wilderness Burrone di Lodisio ed Area Wilderness Langhe di Piana Crixia. Aree che, come le già tante altre fatte designare, devono restare luoghi da preservare per sempre come wilderness, e da lasciare per sempre praticabili dai cacciatori.
La caccia si salverà solo se il cacciatori avranno qualcosa di bello da presentare ai cittadini non cacciatori, qualcosa che possa avere una funzione anche per chi a caccia non va, ma che se lo perdesse perderebbe anche il suo piacere di andare a vivere qualche momento di libertà e serenità nel mondo naturale che ci circonda. E’ per questo che essi vogliono i Parchi; perché nessuno ha mai fatto capire loro che questi scenari possono anche preservarsi senza inserirli in un Parco, e che i cacciatori possono dare una mano a farlo.
L’AIW proseguirà sulla strada iniziata (sono già 64 le Aree Wilderness italiane, e sono già oltre 25 gli ettari acquistati nelle Langhe, dove potrebbe sorgere un patchwork di boschi che appartenga moralmente a tante organizzazioni venatorie – se non a tutte); potrebbe essere la prima “Oasi Venandi” d’Italia, ed anche un’oasi di concordia per far sì che chiunque ami la caccia e la ruralità ci si rispecchi a prescindere dalle idee politiche e settoriali che oggi mantengono diviso il mondo della caccia. In futuro si potranno forse comprare non solo boschi e calanchi e burroni, ma anche prati ed ex coltivi da poter offrire gratuitamente al mondo della caccia per culture a perdere a favore della selvaggina, ed anzi proprio ed anche per questa finalità l’AIW conterà ancora sull’aiuto dei cacciatori, sperando con ciò di riuscire a completare quest’Oasi Venandi delle Langhe.
L’AIW è pertanto grata alla Federazione Italiana della Caccia per aver fatto da apripista per questa iniziativa, con la speranza che col 2011, Anno Internazionale delle Foreste, si possa proseguire su questa strada comune, e che anche altre associazioni vogliano ad essa unirsi per questo fine.
IL SEGRETARIO GENERALE
F.to Franco Zunino