Wilderness Italia sulla situazione dei Parchi italiani, come considerarli? Valore aggiunto o vincoli d’imperio? Le considerazioni di Zunino dell’AIW in particolare sui Monti Ernici.
Il Parco visto come “occasione di sviluppo”: una contraddizione in termini! Ma lo sanno cosa significa un Parco, questi sindacalisti? Quali sono le sue finalità? Se si vuole creare un’occasione di sviluppo, bisogna svincolare i territori oggi vincolati, perché solo svincolandoli si può parlare poi di libera iniziativa imprenditoriale per creare sviluppo. Caso mai la soluzione non è creare un Parco, ma creare delle aree protette limitatamente allo stretto indispensabile. In Italia i Parchi andrebbero ridotti forse anche del 50% (e di numero e di estensione), se li volessimo riportare alle loro vere finalità di conservazione dei patrimoni naturali meritevoli di difesa.
Non è la cattiva gestione dei Parchi che “penalizza” il territorio. E’ proprio la loro esistenza! Che siano i Comuni ed i proprietari privati a stabilire quali territori desiderano siano vincolati, assumano essi stessi i vincoli che vogliono imporsi per salvaguardare ciò che merita di essere salvaguardato, assicurando tutti i diritti di utilizzo e frequentazione da parte dei propri cittadini.
Non lo sanno questi sindacalisti che tutti i miliardi che lo Stato e le Regioni versano per la gestione del Parco d’Abruzzo servono a pagare stipendi a decine di dipendenti inutili (che una buona gestione non avrebbe dovuto mai permettere di assumere!)? Lo sanno che il Parco d’Abruzzo è senza un euro per indennizzare i Comuni dei vincoli sui boschi che il Parco giustamente vorrebbe stabilire (perché in caso contrario i Comuni restano liberi di operare i tagli forestali come meglio credono, perché in caso di veto la legge prevede gli indennizzi; indennizzi che senza soldi non si possono saldare) e per seminare terreni a favore dell’orso, per non dire del pagamento dei danni della fauna? O credono che per fare questo serva necessariamente un Parco? Il carrozzone? Mentre basterebbero invece degli impegni comunali supportati da contributi statali e/o regionali. O forse si vuole il Parco solo per poter imporre degli inutili e vessatori divieti di caccia? O, peggio, per fare di tutto e di più come se il Parco non ci fosse (come d’altronde avviene nella maggior parte dei Parchi italiani) salvo per il divieto di caccia: questo sì tassativo!
Un Parco per costringere i Comuni ed i privati ad avanzare continue istanze per ogni piccola iniziativa che riguardi la loro libertà d’agire in casa loro? O invece, si vuole solo un Parco per poter dare degli incarichi di Presidente e Direttore a qualche amico degli amici? Non c’è bisogno di un Parco per sviluppare un territorio. Un Parco è per vincolarlo! E con i vincoli non si è mai creato alcuna forma di sinergia che crei sviluppo, proprio perché una contraddizione in termini. Nessun Comune d’Italia dove esistono Parchi è lieto delle scelte fatte dai loro amministratori. E per saperlo bisogna parlare con la gente, non con i Sindaci che magari hanno ottenuto un posto in Consigli di amministrazione quando non alle Presidenze di questi enti inutili. Quindi, salviamo gli Ernici, ma salviamoli anche da un Parco!
F.to Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW e Consigliere ATC FR1
( 9 settembre 2013 )