Associazione Italiana Wilderness: “la chiusura della caccia in Liguria costituisce una sconfitta dell’ambientalismo”.
Il mondo naturale era per loro quasi un nemico anche per i loro amici animali di affezione, e per questa ragione non se ne occupavano; anzi, furono anche essi a volere lo sterminio dei “cattivi” (gli animali rapaci e predatori). Oggi che quegli animali “buoni” hanno raggiunto dimensioni inimmaginabili, con specie un tempo anche rare e superprotette, presenti ovunque, compresi i centri urbani, in Italia l’ambientalismo non ha solo cessato di occuparsi della tutela dell’ambiente e della fauna selvatica a rischio di estinzione con un sano ambientalismo che nel resto del mondo è chiamato conservazionismo, ma si è trasformato in animalismo, si è adagiato sulle posizioni delle gattare di città! Una posizione che certamente paga in termini di consenso popolare (demagogico si direbbe in politichese) ma che non fa il bene della fauna e flora a rischio di estinzione né della difesa del loro ambiente di vita.
Oggi, in un Paese sempre più invaso da case, strade di ogni tipologia e dimensioni, centrali eoliche e fotovoltaiche, case e capannoni ovunque (quasi non esistono più neppure paesaggi agrari integri lungo le nostre strade!), dove proprio per gli animali non c’è più spazio, perché confliggerebbero (come già confliggono in tante situazioni ben note a tutti: si pensi solo al problema dei piccioni torraioli, o a quello dei cinghiali ed i loro milioni di euro di anni all’agricoltura, o quello dei cervidi per il danno alle foreste, o quello dei lupi, con milioni di euro di danni che nessuno vuole pagare, per non dire delle nutrie ed anche degli storni) ecco che anche le associazioni ambientaliste si stanno sempre più trasformando in associazioni animaliste, associazioni che ritengono una vittoria aver ottenuto la chiusura della caccia a cinghiali, cervi e caprioli, nutrie e scoiattoli grigi, aironi, gabbiani e cormorani, finanche lupi (“un lupo qualsiasi pur che ci sia il lupo”!); animali che stanno invadendo ogni luogo d’Italia e danneggiando specie a rischio di estinzione sia di flora che di fauna (l’Orso marsicano in Abruzzo è quasi l’emblema di questa politica dissennata).
Ebbene, in Liguria oggi queste associazioni cantano vittoria per una vittoria di Pirro, che certamente ha portato alla chiusura della caccia e quindi alla difesa di questi animali e di tutta la selvaggina, ma che farà aumentare la pressione venatoria sulle altre Regioni e nelle nazioni estere dove molti cacciatori si sposteranno (con un danno non da poco anche alla nostra economia!), e che, tra l’altro, fra pochi giorni inizieranno comunque nuovamente a cacciare in virtù di altre sentenze o di nuovi provvedimenti che le legittimeranno. Una prassi, ma chiamiamola pure un tecnica quasi da guerriglia ecologista, che ogni anno si ripete in tutte le Regioni e che fa lavorare ed intasare non poco i TAR ed il Consiglio di Stato, quasi sempre per fare grandi “buchi nell’acqua” della soddisfazione animalista.
Per questa vittoria di Pirro associazioni ambientaliste un tempo anche serie hanno speso migliaia di euro in ricorsi giudiziari: meglio sarebbe stato se con quei soldi avessero comprato anche un solo metro quadrato di ambiente naturale, come le associazioni ambientaliste estere fanno nel resto del mondo occupandosi seriamente di tutela di ambiente, fauna e flora, anziché perdersi in scartoffie che fanno lavorare solo avvocati e giudici per ottenere delle vittorie che lasciano il tempo che trovano e che nulla apportano alla difesa della fauna e della Natura tutta; con l’unica soddisfazione, pagata a caro prezzo, di fare arrabbiare i cacciatori, così sempre più spinti a chiudersi a riccio nelle loro posizioni difensive anziché collaborare, come potrebbero, nel comune impegno di proteggere fauna, flora ed ambienti naturali come avviene altrove, con piena soddisfazione sia dei cacciatori sia dei conservazionisti. Anche in questo, ci riveliamo i soliti italiani!
Si sono attaccati a cose quali: la caccia a specie esotiche, i giorni in più o meno di caccia consentita, le possibilità di allenare i cani, l’utilizzo o meno dei tipi di munizioni (sono ambientalismo queste cose?! o sono solo mere questioni tecniche, caso mai da discutere nelle sedi opportune e nei tempi opportuni – non tendendo “trappole” da far esplodere dopo nelle sedi giudiziarie –, e senza l’arroganza di pretendere l’accettazione dei loro punti di vista) pur di poter bloccare l’attività venatoria, di dare addosso agli odiati cacciatori così facendo scatenando l’istinto difensivo di chi pagando una tassa, ha diritto a praticare la caccia secondo le leggi dello Stato e della stessa nostra Costituzione; un diritto vietatogli da chi non paga alcuna tassa per difendere l’ambiente, ma che si arroga il diritto di esserne difensore, quando invece difende solo animali che a loro volta danneggiano altri animali, e che spesso vive in maniera assolutamente incoerente con le proprie idee. Come si è detto, una sconfitta per l’ambientalismo!
F.to Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW
( 18 Ottobre 2013 )
Associazione Italiana Wilderness