L’Associazione Italiana Wilderness ha presentato un documento che richiama l’attenzione sulla necessità di contenere l’eccessiva proliferazione di determinate specie all’interno di un ecosistema.
In particolare il documento dal titolo “Cervi, le foreste, gli uccelli e la caccia” di AIW riporta studi scientifici che dimostrano come in determinati ambienti forestali la presenza eccessiva di cervi può portare alla completa scomparsa di altre specie; nel contesto l’Associazione auspica la collaborazione tra cacciatori ed ambientalisti per tutelare il benessere degli ecosistemi).
Lo scorso anno la rivista Audubon, la più nota rivista di conservazione della natura degli USA, ha pubblicato un articolo emblematico sull’impatto dei cervi sull’ambiente forestale ed a danno di altre specie faunistiche.
Nel lungo e ben documentato articolo si legge, tra l’altro, che “con più di 8 Cervi a coda bianca (la specie cui Walt Disney si ispirò per il famoso Bambi) per chilometro quadro c’è la completa sparizione della Dendroica azzurra (Dendroica cerulea), del Cuculo dal becco giallo (Coccyzus americanus), dello Zigolo Ministro (Passerina cyanea) e del Luì di bosco orientale (Contopus virens). Con 25 cervi per chilometro quadro a tale perdita si aggiungono il Febe orientale (Sayornis phoebes) ed anche il Pettirosso nordamericano (un Tordo).
Ma non sono solo gli uccelli che nidificano al suolo o nei suoi pressi che vengono spazzati via dalla sovrabbondanza di cervi, in quanto i cervi brucano i bassi cespugli, per cui anche le specie nidificanti sugli arbusti come la Piranga rossa (Pranga rubra) e il Frosone sono in serio declino.
Per portare un esempio. Nel 1969 fu avvistato per la prima volta un cervo nel Greenwich Sanctuary, un’area protetta di 115 ettari nel Connecticut. L’anno seguente il gestore della Riserva iniziò uno studio sulla sua popolazione di uccelli. Le specie nidificanti risultate maggiormente presenti furono, nell’ordine: il Seiuro corona dorata (Seiurus aurocapillus), la Parula bianca e nera (Mniotilta varia), il Toui fianchi rossi (Pipilo erythrophthalmus) ed il Tetraone dal collare (Bonasa umbellus).
Nel 2002 tutte queste specie di uccelli risultarono sparite, mentre nella Riserva vivevano 48 cervi per chilometro quadro, “l’intera foresta appariva come abbandonata dagli uccelli”.
“È finita che la Audubon Society (la LIPU americana), che gestisce la Riserva, ha chiesto l’aiuto dei cacciatori. Dopo sette anni di battute la densità dei cervi è scesa a 16 per chilometro quadrato. Ancora troppo, anche se almeno i cespugli stanno riprendendo a germogliare”.
Fonte: Wilderness