La produzione di distillati in Irlanda è storicamente molto antica e legata al monachesimo, che già produceva birra per il proprio autoconsumo e che probabilmente da questa base ha poi evoluto un proprio metodo distillativo, al fine di ricavarne quello che sarebbe poi diventato il whiskey. La produzione conobbe un grande successo tra il ‘700 e fino agli inizi del ‘900, soprattutto sul mercato americano e quello del commonwealth britannico. Le distillerie andarono successivamente in crisi a causa dei conflitti con l’Inghilterra per la conquista dell’indipendenza e il successivo proibizionismo statunitense che portò a un crollo generalizzato della produzione. La ripesa iniziò attorno agli anni ’70 e vede oggi un notevole successo con la continua espansione dei grandi produttori come Midleton, Bushmills, Cooley e Tullamore ma anche l’affermazione di molte piccole distillerie indipendenti.
La produzione odierna di questo grande distillato è caratterizzata da alcune particolarità generalmente riscontrabili nella produzione delle principali distillerie dell’isola, anche se bisogna tenere sempre presente che il whiskey irlandese sfugge a ogni definizione tanto che l’esperto di whisky Lew Bryson ha probabilmente colto l’unica possibile definizione: Il whiskey irlandese è un whiskey fatto in Irlanda. Generalmente osserviamo l’utilizzo di maggiori percentuali di orzo non maltato e di altri cereali (si usa almeno un 30% di malto per avviare la fermentazione) all’interno del processo produttivo. Ciò era dovuto storicamente al fatto che, essendo state imposte dal governo britannico forti accise sul malto, si impiegava orzo non maltato per risparmiare sulla tassazione. Questa pratica favorisce nel distillato freschi sentori di erbacei, una bella speziatura e note di frutta matura molto piacevoli e persistenti.
In merito alla distillazione è spesso, ma non sempre, discontinua e tripla (anche se in passato era solo doppia) utilizzando alambicchi pot still che in Irlanda erano storicamente molto più grossi di quelli dei loro vicini scozzesi. Questo particolare processo conferisce al prodotto una notevole pulizia, eleganza e cremosità. Va tuttavia tenuto presente che si impiega molto anche l’alambicco a colonna (continuo o coffey still).
Di solito si dice che il whiskey irlandese sia quasi sempre composto in blend ma troviamo spesso anche single malt non miscelati con altri prodotti. In ogni caso sono sempre distillati particolarmente puliti, morbidi e leggermente aromatici, motivo per cui vengono solitamente bevuti lisci. Da notare che In Irlanda si usa la torba solo per scaldare ed essiccare, non si affumica il malto salvo in casi eccezionali come il Connemara di Cooley.
Redbreast Single Pot Still 12 anni
Il Redbreast è ormai un grande classico della distillazione irlandese, è un whiskey estremamente equilibrato e con una ricchissima sfaccettatura di sensazioni gusto olfattive. Visivamente di un bel color ambrato, al naso appare elegante e molto pulito, emergono in particolare note mielose e vanigliate seguite da sensazioni che ricordano la frutta matura e la frutta secca, sul finale piacevoli note speziate e piccanti. Molto corposo all’assaggio, un sorso pieno e cremoso con un bel ritorno a livello retro-olfattivo di note che richiamano la pasticceria e le spezie. La gradazione è un classico 40%.
Teeling Single Pot Still
Giovanissima distilleria di Dublino fondata nel 2015, questo rilascio è il primo distillato prodotto totalmente nella capitale irlandese, ed è composto per metà da orzo non maltato e per il restante da orzo maltato. Affina in parte in legni nuovi e in parte in botti ex sherry e bourbon. La gradazione è 46%, non filtrato e senza aggiunta di coloranti. Si presenta alla vista di un bel giallo paglierino mentre al naso si presenta molto fine, con in prevalenza note verdi e vegetali ma anche con spiccati sentori floreali e agrumati, piacevole tanto al naso quanto in bocca la sensazione burrosa che richiama la pasticceria secca e la morbidezza della frutta matura, con una dolcezza levigata e mai stucchevole. Sul finale e a livello retro-olfattivo emergono note speziate e vanigliate.