Il Viminale ha diffuso i dati relativi alle licenze che vengono rilasciate in Italia per quel che riguarda la detenzione legale di armi. A luglio del 2018, dunque pochi mesi fa, i documenti erano più di 1,3 milioni. Si tratta di 1315700 licenze complessive, il 4% in più rispetto a quanto registrato nel corso del 2015. La crescita è stata trainata soprattutto dall’uso sportivo, visto che negli ultimi tre anni c’è stato un impressionante +27%: al contrario, le altre licenze sono risultate in calo.
Il porto d’armi ha perso nove punti percentuali, soprattutto a causa delle norme sempre più restrittive in materia di caccia. Lo stesso discorso vale per la difesa persona, in primis per quel che concerne le armi lunghe. Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio OPAL (sigla che sta a identificare l’Osservatorio Permanente Sulle Armi Leggere), ha commentato i numeri appena snocciolati.
Ecco cosa ha detto: “Molti anziani oggi non praticano più la caccia, ma hanno ancora dei fucili e decidono di passare alla licenza per tiro a volo, magari per andare al poligono nel weekend. L’uso sport è il più facile da ottenere. Negli anni ’70 i titolari di un fucile con porto d’armi per uso caccia erano circa 2 milioni e 300mila, contro i 700 mila circa del periodo attuale”.