In Italia, si sa, è difficile che due casalinghe della stessa città, che abitano nello stesso condominio del medesimo quartiere e sullo stesso piano, siano d’accordo su come si prepara un piatto di pasta in bianco. Così, quando ci è venuta l’idea di scrivere un articolo che proponesse addirittura due menu, uno per la Vigilia e l’altro per la giornata di Natale, con tanto di abbinamenti di vino compresi, la riflessione che ne è immediatamente seguita è stata: ma riusciranno due Sommelier amanti della buona cucina (esistono dei Sommelier che non lo siano?), separati da vent’anni di età, provenienti da Regioni diverse, uno lombardo e l’altro campano, con formazioni culturali e storie professionali diverse alle spalle, a trovare un punto d’incontro su una questione tanto complessa e difficoltosa?
Una questione sulla quale influiscono i ricordi d’infanzia, ciò che ti preparava la nonna per Natale, la storia dei pranzi e delle cene che hai gustato e sofferto nel corso degli anni, le passioni che hai vissuto e quelle che hai dimenticato. L’impresa si presentava ardua, ma, proprio per questo l’abbiamo affrontata con entusiasmo e interesse, pronti a scornarci su ogni intingolo ed etichetta. E una cosa è risultata certa: quando un sommelier lombardo e uno campano uniscono le forze, si mangia e si beve bene!
Il risultato dei nostri pensamenti è riportato qui sotto: abbiamo diviso i due menu tra un suggerimento per la Vigilia ed uno per Natale, la successione dei piatti è quella classica delle grandi occasioni, che prevede antipasto, primo, secondo e dolce e per ogni piatto viene il vino (o i vini) che riteniamo appropriato. Buon appetito!
Diciamoci la verità, l’antipasto è il momento più importante, perché dalla sua portata si capisce immediatamente come sarà l’intero pasto. Per la cena della Vigilia abbiamo pensato a un antipasto che possa essere gustato mentre si sta ancora comodi a chiacchierare sul divano, come se fosse un aperitivo, ma decisamente più sostanzioso. Un’insalata di polpo e frutti di mare, una fetta di pizza di scarole con olive nere, pinoli, uvetta e acciughe, mousse di prosciutto in bicchierini di pasta brisé, accompagnati da un calice di Pietrafumante di Casa Setaro. Dal Vesuvio un Metodo Classico da uve Caprettone in purezza, affinato 30 mesi sui suoi lieviti, che ci regala, con il suo perlage fine e i suoi sentori di ginestra e agrumi, un sorso salino e minerale. Un calice che richiama le note marine e sapide del pesce e della pizza di scarole e che ben pulisce il palato dalla grassezza della mousse di prosciutto. Un brindisi per iniziare la cena e possiamo continuare!
Ci si siede a tavola e dalla tradizione Campana arriva un piatto di spaghetti con vongole. Proviamo il primo abbraccio prenatalizio Lombarcampano accostandogli un Lugana dell’Azienda Agricola Marangona di Pozzolengo, fresco, minerale, con una bella nota finale sapida che ben accompagna le sensazioni marinare del piatto. In alternativa o in aggiunta, vedete voi a seconda del vostro appetito, arrivano inoltre delle crespelle con prosciutto e fontina, alle quali ci sentiamo di abbinare un calice di “Griis”, Pinot Grigio in purezza dell’Azienda Agricola Ca’ del Santo di Montalto Pavese; con i suoi pronunciati sentori fruttati e floreali, il suo equilibrio e la sua persistenza, ben si accompagna ad un piatto delicato ma vivacizzato in bocca dalla presenza della fontina.
Ovviamente lasciate un po’ di spazio per il secondo perché non è Vigilia di Natale senza una gustosa frittura di pesce! Non solo gamberi e calamari, ma anche il capitone e tranci di baccalà fritti da intingere in una salsa di zafferano e lime. Per questa portata il Greco di Tufo Docg “Miniere” di Cantine Dell’Angelo, caratterizzato da un sorso di grande freschezza e una spiccata mineralità che rimanda a nuances di zolfo, offre un interessante abbinamento per questa portata.
Le nostre proposte per la Vigilia si chiudono con i classicissimi Panettone o Pandoro per i quali prevediamo un abbinamento altrettanto classico: il Moscato d’Asti Docg “Nettare di stelle” della Cantina del Glicine di Neive è piacevolissimo, allegramente dorato, aromatico, dolce ma fresco. Un must per accompagnare i dolci lievitati.
Ma la maratona natalizia non termina qui e non facciamo in tempo ad alzarci da tavola che già nuovamente siamo pronti ad insediarci ai posti di combattimento! Il pranzo del 25 non è da meno e inizia con patè di tonno, insalata russa e un tematico albero di Natale di pasta sfoglia farcito con mousse di tonno e per scambiarci di nuovo gli auguri brindiamo con il “Satenasso” Franciacorta Brut Saten Docg Millesimato della cantina Borgo La Gallinaccia, dai sentori di crosta di pane e vaniglia e dalla beva elegante.
Per chi vuole proseguire in maniera “leggera” proponiamo un evergreen per questo giorno di festa, i tortellini in brodo di cappone da abbinare con Provincia di Pavia Igt Pinot Nero “Quattordicimarzo” di Percivalle, fresco e immediato al palato, dai chiari sentori di ribes rosso. Per quelli più intrepidi, invece, il sartù di riso ripieno di polpettine di carne e piselli o un ricco timballo di pasta su cui bere il Costa d’Amalfi Tramonti Rosso di Tenuta San Francesco. Un blend di uve Aglianico, Piedirosso e Tintore che, con i suoi profumi di viole, frutti di bosco e spezie e il suo sorso fresco, persistente e moderatamente astringente, ben si accompagna a questi piatti preparati con sugo e carne.
Due proposte anche per il secondo, ma entrambe sontuose! Fagiano ripieno con prugne e castagne e un calice di Sforzato di Valtellina “Infinito” di Tenuta Scerscé, dalla beva disinvolta e spensierata, ma con tutte le caratteristiche tipiche del Nebbiolo valtellinese. Oppure un brasato di cinghiale con purè di patate su cui bere il “Taurasi” dell’Azienda Agricola Fiorentino, da uve Aglianico, elegante, sapido, di struttura e dai bellissimi sentori balsamici che ricordano le resine di bosco.
Terminiamo questo piacevolissimo tour de force con i dolci. Serviamo dapprima gli struffoli ricoperti di miele, diavoletti di zucchero e frutta candita che possono essere accompagnati dal “Ammusciat” Beneventano IGP della cantina Fosso degli Angeli. 50% di Moscato Bianco e 50% di Falanghina per un passito avvolgente e denso, dalla spalla acida che invoglia a berne ancora. A seguire (e questa volta siamo proprio alla fine) un tronchetto di Natale e i campani mustaccioli ricoperti di cioccolato insieme al lombardo Moscato di Scanzo Docg “Serafino” della cantina Il Cipresso, ricco di profumi fruttati e erbacei, dolce ma non stucchevole.
Giunti a questo punto con i sensi gastroenologici sazi e appagati, bisogna riconoscere che, tutto sommato, trovare un punto d’incontro si è rivelato meno difficile del previsto: sarà perché l’atmosfera natalizia rende tutti più buoni o perché piatti e vini proposti meritano davvero! E ora non vi resta che mettervi all’opera in cucina oppure autoinvitarvi a casa nostra!
Michele Cerrato e Claudio Accetta.