Vigilanza venatoria. Qualcosa si è mosso in molti aspetti della trattativa, per quanto riguarda la polizia provinciale il punto delicato riguardava l’assegnazione dei compiti di vigilanza in ambito ambientale e ittico venatorio.
L’allarme lanciato dall’RSU parlava di poche risorse stanziate per una convenzione che non avrebbe coperto l’intero territorio umbro, 200mila euro per tutto l’anno. Il cambio di rotta non è stato politicamente voluto dalla governance umbra, ma più obbligato da un decreto legge che delega le funzioni di vigilanza ambientale alle regione, oltre a stabilire che ogni regione debba fornirsi di una propria legge regionale che regoli la vigilanza ambientale, attraverso sia il personale di polizia provinciale e sia con il corpo forestale dello Stato.
Legge regionale La legge, secondo la regione, dovrebbe vedere la luce per la prossima primavera e dovrebbe coinvolgere tutti i soggetti che verranno investiti di compiti di vigilanza ambientale, dai Comuni ai corpi di polizia. Le funzioni saranno varie, così come i fondi, e il tutto sarà specificato nella nuova legge: dalla gestione del periodo della stagione venatoria, alla caccia e alla pesca, fino alla sicurezza ambientale.
La questione ambientale resta la più delicata proprio perché si tratta di stanziare dei finanziamenti che riescano a coprire l’intero territorio regionale. L’alternativa per i lavoratori della polizia provinciale esiste: fino a gennaio 2016 infatti possono decidere se cambiare impiego, oppure restare sul portale del Ministero e svolgere le funzioni provvisorie stabilite dall’attuale legge regionale.
( 19 dicembre 2015 )
Fonte: UmbriaON