In ogni caso decide di accompagnarci, di imbracciare il suo vecchio fucile e farci da Cicerone. Lo fa per noi, ma lo fa soprattutto per Jean Paul un amico che abbiamo in comune, per noi un cugino, per lui un quasi fratello.
I cani odorano ovunque: è tutto strano per loro. Qui è quasi primavera, a casa è inverno. Il profumo di fiori e di salsedine atlantica li stimola e li stordisce e io più che alla caccia penso al mio spinone. Si chiama Sirius, ha sette mesi e questo è un viaggio didattico per lui. Durante le prime ore di caccia, quasi consapevole dell’importanza di quella giornata, segue con le sue grandi zampe, con l’olfatto e con lo sguardo i 4 pointer dei miei fratelli. Sono dei veri e propri veterani questi pointer e hanno molto da insegnare a Sirius. Lascio che lo spinone li segua, li spii, impari. In questo modo lentamente si adatta al nuovo habitat. Lo so che in tanti dicono che il vero cane da beccacce ben si adatti fin da subito ai nuovi luoghi di caccia, a patto che ci siano beccacce, ma non credo sia sempre vero.
Brisbannette, il pointer più anziano dopo un attimo di spossamento prende in mano la situazione e punta subito i massi cespugliosi di rododendro: qui crescono sorprendentemente folti per via dell’acidità del terreno. L’ampiezza intricata del cespuglio, ma anche la presenza di lombrichi fanno del luogo un nascondiglio perfetto per le beccacce. Queste si mostrano presto, prestissimo. Sono imponenti e maestose: qui, in Bretagna, arrivano direttamente dalla vicina Carelia russa o dalle regioni scandinave, attraversano le coste Baltiche e scendono fino in Bretagna, seguendo la Manica o tagliando per il Galles e l’Irlanda a seconda dei venti. E’ un fatto che quest’anno le beccacce sono più che numerose viste le notevoli nevicate e ghiacciate nel resto dell’Europa e noi possiamo, senza mezzi termini, rifarci gli occhi.
Il primo a sparare è Christian che, per quanto non cacci tutti i giorni, pare non aver perso la mano. Non appena riportata la beccaccia è stata immediatamente segnata con il consueto contrassegno posto sulla zampa: qui ogni beccaccia abbattuta deve necessariamente possedere il contrassegno numerico, diversamente la si considera prelevata illegalmente e addio alla licenza. Le norme sono severe, ma rispettarle è importante per tutelare questo vero e proprio paradiso. Penso che se le cose andassero così anche altrove la caccia oggi non avrebbe tutti questi problemi. SEGUE