In verità durante il viaggio eravamo almeno in tre, se si contano i cacciatori, in otto se si contano anche i cani da caccia. C’ero io e i miei due fratelli e c’erano il mio spinone Sirius, un giovincello e i quattro pointer veterani. Eppure quel viaggio io l’ho organizzato per me e per Sirius, il mio primo spinone con il quale è stato amore a prima vista.
La Bretagna ci è piaciuta subito, a tutti, uomini e cani. Probabilmente per via del fatto che si alloggiava presso una tenuta favolosa, una mezza strada fra orto botanico, giardino e casa di caccia. I giardini La Sablière in realtà sono dei veri e propri giardini botanici, nei quali è però consentita la caccia. I paesaggi sono sublimi, e non mi sono pentito d’aver percorso 2 mila chilometri per poterli ammirare. Non era solo questo il motivo che ci ha spinto a spostarci dalla nostra bella Pianura Padana.
Da prendere in considerazione c’è anche il fatto che la Bretagna è un angolo di mondo particolarmente caro alle beccacce, e noi amiamo inseguire la regina dei boschi in ogni angolo di mondo. Qui sverna tranquillamente: arriva a novembre e fa le valige durante le prime settimane di aprile, ma non si tratta mai di un addio. La temperatura d’altronde è confortevole, e quando altrove ghiaccia, fra l’Atlantico e la costa bretone la temperatura non scende mai sotto lo zero: tutto merito delle correnti del Golfo, piuttosto miti e temperate. Anche la vegetazione dell’entro terra gode del clima favorevole; l’umidità fertile inoltre garantisce il fiorire di azalee, mimose e cespugli di rododendri, particolarmente graditi dalle beccacce.
Il proprietario del giardino botanico, Christian è un simpatico uomo di 80 anni circa, che oramai ha smesso di cacciare, e si diletta piuttosto nella conta delle sue beccacce alle quali delle volte da pure dei nomignoli simpatici. La sua preferita è la Grand Belle, e a detta sua, oramai sono diventati dei veri e propri “quasi amici”. SEGUE