A Caccia di Anatre e Beccace sulle rive del lago Scutari in Montenegro
Le piane acquitrinose sulle rive del lago di Scutari e le alte montagne che lo racchiudono, sfumando in azzurro verso i confini dell’Albania, sono così belle che viene voglia di non muoversi più da questi fantastici paesaggi. In effetti, questo largo comprensorio, che contorna la ex capitale del Montenegro, Titograd, costituisce una specie di paradiso della caccia e del cacciatore: sono cinquanta chilometri quadrati circa fra i più suggestivi e selvaggi.
La gente c’è, ma non si vede o almeno non si nota: è come se si perdesse nella vastità del territorio, e in questo senso a poco valgono le disparate e intelligenti attività cooperativistiche. La terra rimane, nonostante tutto, grande e incolta. Dalle rive del lago, coperte di vegetazione palustre, dai boschi allagati e dai prati sommersi, si passa quasi senza accorgersene alle paludi vere e proprie che si addentrano sempre di più verso l’interno, per arrivare gradualmente alla base dei monti.
Il Montenegro è una delle regioni d’Europa più ricche di selvaggina (nell’interno abbondano galli cedroni, caprioli e persino orsi), ma sul lago di Scutari si trovano soprattutto le specie migratorie: dai tordi alle cesene nei boschi attorno a Titograd, ai beccaccini, alle anitre, alle folaghe (queste in numero sterminato) negli acquitrini e nelle paludi. Si pensi a un carniere dal quale possono essere estratti in successione un fischione, due o tre rnarzaiole, tre beccaccini, un frullino, una pavoncella, un reale, magari anche un croccolone: insomma il sogno di ogni cacciatore. Sogno che in Montenegro può essere realizzato con relativa facilità, specialmente se per andare a caccia scegliete o vi capita il giorno o i giorni in cui gli uccelli si muovono.
Allontanandosi dal lago, e da Titograd in direzione di Danilovgrad, lungo la strada, al di là dei campi, spesso coperti di cesene al pascolo, sorgono vasti boschi umidi o parzialmente allagati, dove il vostro istinto di cacciatore vi dice che le beccacce non devono mancare. E infatti «Sluka?» chiedono i vostri accompagnatori rispondendo alla domanda, e poi subito sorridono annuendo: «Sì, sì, molte sluka, molte beccacce». E a gesti, o con il poco italiano che conoscono vi raccontano di quella volta che un italiano «molto bravo» ne prese venti in un giorno, che è un carniere di tutto rispetto per ogni specie di selvaggina, ma particolarmente per le beccacce. Ma la caccia non è tutto: quanto e più della selvaggina che potete incontrare e magari abbattere, conta la serenità, l’intima gioia, la commozione che si provano, che invadono, camminando sicuri di trovare sempre una natura bella e incontaminata. Infatti a parte l’abbondanza di selvaggina che non ne è che una conseguenza. è l’ambiente tutto: selvaggio, incontaminato, per niente deturpato. Il discorso vale per i paesaggi, ma anche ,per le case, la gente, i villaggi, le cittadine. Niente che ricordi certe parti del nostro Paese dove oggi si passeggia e si va a caccia quasi in mezzo al cemento armato, fra depositi di immondizia e distese di sacchetti di plastica, facendo a spintoni con branchi di turisti sbadati. In Montenegro tutti gli animali sono veramente selvatici: non si è infatti ancora giunti a rifornire frettolosamente con selvatici di voliera le zone spopolate come accade in altri paesi esteri. Qui le anatre volano forte e alto e i beccaccini schizzano via veloci, con gli zig zag in regola e padelle in conseguenza. Ottima è anche l’ospitalità verso lo straniero, che comincia con il saluto sorridente del primo che incontrate per strada per estendersi al personale degli alberghi modernissimi. Il turista non è considerato ospite, ma amico, e così vi può venire in mente di essere a casa vostra.
Nonostante il suo territorio limitato, esso offre, in realtà, alcune perle ecologiche di tale valore da fargli meritare, il 20 settembre 1991, il riconoscimento di Primo Stato Ecologico del Mondo e ultima oasi ecologica d’Europa.
L’ Attività Venatoria in Montenegro si prolunga dal 15 agosto fino al 15 marzo: lasso i tempo ritenuto migliore per la caccia alla selvaggina migratoria.
I periodi specifici per la caccia alle singole specie sono:
– anatra: dal 15.08 al 15.03
– tortora: dal 15.08 al 30.09
– fagiano: dal 01.10 al 31.01
– quaglia: dal 15.08 al 31.12.
– beccaccia: dal 01.10 al 28.02.
– capriolo: dal 01.05 al 30.09
– coturnici: dal 01.10 al 30.11.
– cedrone: dal 15.04 al 15.05
– lepre: dal 01.10 al 31.12.
– cinghiale: dal 01.10 al 20.02.
– lupo: dal 01.10 al 01.03.
– tordo: dal 01.08 al 28.02
Per quanto riguarda le località in cui è possibile cacciare, la scelta è ampia e diverse le specie di selvaggina proposte:
Bar: beccaccia, beccaccini, tordi, quaglie, tortore. Podgorica (distanza da Bar 40km): volpe, lepre, lupi e cinghiali.
Danilovgrad (distanza da Bar 55km): fagiano, colombacci, volpe, lepre, lupo
Nikši? (distanza da Bar 105km): coturnici, colombacci, cinghiale, volpe, lepre, lupo.
Ulcinj (distanza da Bar 25 km): anatre, marzaiole, quaglie, coturnici, cinghiale, volpe, lepri
Kolašin (distanza da Bar 110km): capriolo, lupo, orso, lepre, cinghiale
Žabljak (distanza da Bar 130km): capriolo, lupo, orso, lepre, cinghiale, grande cedrone .
Relativamente alla Legislazione Venatoria, in Montenegro è in corso l’approvazione di una nuova legge per la caccia che prevede condizioni favorevoli e sicure per tutti i cacciatori che scelgono questo Paese per un’attività venatoria, nel pieno rispetto della legalità. Essa, infatti, autorizza l’esportazione in Italia della selvaggina abbattuta previo ottenimento di un permesso dal Ministero Montenegrino. Il permesso viene direttamente richiesto dalle Agenzie autorizzate del Paese.
I cani che accompagnano i cacciatori dall’Italia al Montenegro devono essere forniti di:
– Certificato veterinario
– Libretto sanitario
– Passaporto.
I documenti necessari al cacciatore che si reca per l’attività venatoria in Montenegro sono:
– Passaporto oppure carta d’identità valida per l’espatrio
– Licenza di caccia italiana
– Denuncia dell’arma da esportare (il cacciatore dovrà richiedere personalmente presso la propria questura il permesso di esportazione dell’arma)