Veterinaria: I nostri ausiliari, se condotti nei boschi , alla base dei cespugli e nelle zone vicino ai corsi d’acqua possono contrarre la malattia di Lyme, un’infezione batterica causata dalle zecche che colpisce le articolazioni ed il sistema nervoso, se non curata prontamente.
I cani da caccia che vengono portati soprattutto nei boschi possono contrarre la malattia di Lyme. Quest’ultima è un’infezione batterica che interessa in prevalenza la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni dell’uomo e degli animali. Questa patologia prende il nome dall’omonima cittadina americana di Lyme (Connecticut, Stati Uniti), nella quale si diffuse l’epidemia di questo male nel 1975, con la manifestazione di un misterioso aumento dei casi di artrite, soprattutto nei bambini.
L’artrite faceva la sua comparsa con eritemi cutanei sul torace, addome, dorso e natiche, che si estendevano fino a raggiungere una dimensione variabile tra i 10 e i 50 cm, seguito poi da mal di testa e dolori articolari.
La causa della malattia di Lyme è un batterio spiraliforme, la Borrelia burgdorferi, chiamata in onore del suo scopritore Burgdorfer, che colpisce le zecche, le quali svolgono la funzione di “portatore sano” di questa patologia. Le zecche contraggono l’infezione dai topi del bosco, ma anche altri animali selvatici, come lepri, volpi, ungulati e uccelli, possono saltuariamente ospitare il batterio e partecipare alla sua diffusione in ambito forestale.
Proprio per questo motivo, i luoghi più a rischio di contagio della malattia di Lyme sono le zone boscose e ricche di cervi, dal momento che quest’ultime rappresentano l’habitat ideale per le zecche portatrici della malattia. Nel nostro paese la malattia è endemica del Carso, del Trentino e della Liguria.
Le zecche, in particolare del genere Ixodes, il più diffuso in ambiente alpino, succhiano il sangue degli animali infetti, raccolgono la spirocheta e con i morsi successivi possono trasmetterla ai nuovi ospiti. Il loro morso non è doloroso e in alcuni casi passa inosservato. Una volta attaccate alla pelle “lavorano” come una pompa succhiando e rigettando di continuo il sangue, contaminandone una quantità smisurata in poco tempo. Terminata questa fase, le zecche muoiono e si lasciano cadere sul terreno.
Boschi, radure, la base dei cespugli e le zone vicino ai corsi d’acqua sono i luoghi dove è possibile trovare le zecche portatrici della malattia di Lyme, le quali preferiscono il clima temperato con un alto tasso di umidità. Il periodo nel quale le zecche pungono con maggiore frequenza è compreso tra la primavera e l’autunno inoltrato, anche se sono stati riscontrati casi di contagio durante l’inverno.
Se il nostro amico a quattro zampe viene morso dalle zecche, queste devono essere subito asportate per scongiurare il rischio di contrarre l’infezione. Lo strumento migliore per asportarle è una pinzetta con la quale si afferra la zecca, operando una torsione vicino alla pelle e staccandola con una leggera trazione, senza strappi. Il segno più abituale e distintivo della presenza della zecca è un arrossamento della pelle causato dal morso, che tende lentamente ad espandersi. Questa ferita, con la caratteristica forma a “bersaglio” e con il nome di eritema migrante, fa la sua comparsa dopo un periodo di 4-60 giorni dal morso. In alcuni casi, anche se raramente, l’infezione si manifesta con dolori articolari o disturbi del sistema nervoso, difficili da decifrare quando si tratta di un cane.
Se il batterio viene completamente trasmesso, quest’ultimo può diffondersi in qualsiasi parte del corpo interessando le articolazioni (artriti), il sistema nervoso (meningiti, neuriti dei nervi cranici, difficoltà motorie e perdita della sensibiltà, agli arti) ed altri organi interni (cuore, occhio, fegato, reni con disturbi di varia entità). Se non si interviene prontamente, l’infezione si cronicizza causando danni permanenti, dopo un periodo di anni dall’inoculazione del batterio.
Al momento non esiste un vaccino contro la malattia, quindi la migliore prevenzione è quella di assumere alcune precauzioni per evitare il morso delle zecche, come controllare accuratamente tutto il corpo del cane al rientro di una battuta di caccia nel bosco.
L’unica terapia efficace prevede la somministrazione di comuni antibiotici, i quali devono essere prescritti dal veterinario ed assunti nelle dosi, con le modalità ed i tempi richiesti dall’infezione. Iniziare la terapia tempestivamente, dopo la comparsa dei primi sintomi, è la garanzia di completa e definitiva guarigione.
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