«Non è ammissibile che ad oggi siano stati abbattuti solamente poco più di 2000 cinghiali quando l’obiettivo è quello di arrivare almeno a 50 mila. A sei mesi ormai dal primo caso di Peste Suina africana rilevato in Piemonte e a oltre due mesi dalla firma dell’ordinanza regionale per il depopolamento dei cinghiali ci sono azioni ancora completamente inattuate e sta mancando, da parte della Regione, delle Province, degli istituti venatori e dei Parchi, una sinergia ed una collaborazione utile a far partire tempestivamente l’operatività di tutti i contenuti innovativi dell’ordinanza del 15 marzo scorso».
E’ quanto evidenziano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani in occasione del blitz degli agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza SS. Apostoli a Roma. In accordo con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 15 marzo, i territori di Biella e di Vercelli hanno espresso la loro disponibilità ad iniziare le operazioni di depopolamento. Biella, in particolare, ha ufficializzato il protocollo attuativo, ove, peraltro ha coinvolto le associazioni di categoria, grazie all’intervento dei proprietari o conduttori dei fondi appositamente formati e muniti di licenza di “porto di fucile ad uso caccia”, delle guardie venatorie volontarie e dei cacciatori nominativamente individuati in possesso di specifica formazione.
«Dal primo caso di Peste Suina Africana riscontrato, sono ora 125 i casi positivi appurati sul territorio piemontese – continuano Dellarole e Toscani – Non nascondiamo la nostra forte preoccupazione nel caso in cui la positività di Psa possa manifestarsi nel nostro territorio. Inoltre, vista la forte e continua presenza dei cinghiali, si intende alzare nuovamente l’attenzione affinché vengano tutelate le semine. Siamo soddisfatti dell’approccio avuto dalle Province di Biella e Vercelli che hanno compreso la serietà della tematica attivando l’operazione di depopolamento, ma ora serve aumentare il numero degli abbattimenti».
«La situazione è diventata insostenibile con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale, che vegetale – concludono – E’ necessaria, quindi, una presa di posizione rapida e determinata della Regione affinché tutti gli enti responsabili attivino, senza ulteriori ritardi, le disposizioni straordinarie dell’ordinanza, con procedure snelle e univoche in tutto il territorio regionale» (Vercelli Notizie).