E’ ormai irrimandabile la realizzazione di una relazione sullo stato della legge 157/92 e delle leggi in materia di aree protette. Occorre che l’analisi sia approfondita e realizzata con dovizia di particolari. E’ tempo di mettere a disposizione del mondo scientifico e legislativo questi dati per attivare un tavolo che metta a confronto cacciatori, agricoltori e ambientalisti, per vedere se è possibile modificare la normativa per migliorarla e affrontare le problematiche che investono non solo il mondo agricolo, ma minacciano la sopravvivenza della stessa fauna selvatica.
In questo contesto i senatori Taricco, Cirinnà, Ferrazzi, Biti, Messina, D’Arienzo, Vattuone, Astorre, Boldrini, Manca, Stefano, Iori, Rossomando, Fedeli, Laus, Bini, D’Alfonso, Rojc, Pinotti e Alfieri hanno dichiarato: “Il territorio italiano, nella sua interezza, ha visto negli ultimi decenni profondi mutamenti ambientali, un costante consumo di suolo, un incremento di aree protette ed in generale di aree forestate a volte purtroppo legate ad un abbandono di quote importanti di agricoltura, soprattutto in aree collinari e montane, con un una crescita esponenziale delle specie selvatiche ed in particolare gli ungulati, che hanno un impatto pesantissimo ed in molti casi insostenibile sulle attività umane in molti aree del Paese.
L’incremento esponenziale di alcune specie, in particolare del cinghiale, sta determinando crescenti problematiche in termini di danni alle coltivazioni, incidenti stradali e rischi di trasmissioni di patologie agli animali domestici o all’uomo. Secondo i dati dell’ISPRA, il cinghiale è responsabile dell’85% dei danni alle attività agricole – danni per oltre 35 milioni di euro. La legge 157 del 1992 prevede responsabilità ed investimenti di ATC e di CA per il ripristino ambientale, per la gestione, la tutela e la conservazione delle specie selvatiche – con particolare riguardo alle popolazioni di ungulati – e purtroppo a fronte di comportamenti responsabili e virtuosi non sono rare le situazioni di gestioni, anche recentemente finite avanti alla Magistratura, quantomeno discutibili di tali funzioni da parte dei soggetti preposti, che richiedono un costante controllo e monitoraggio.
Abbiamo così deciso di attenzionare i Ministri delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il Ministro dell’Ambiente sull’eventualità di riattivare le procedure previste dall’art. 35 – co 1,2 della L.157/92 affinché predisponga e presenti alle Camere, o quantomeno alle Commissioni Agricoltura e Ambiente, un rendiconto sullo stato attuazione della citata 157/92, una visione complessiva e puntuale, ma soprattutto istituzionalmente ufficiale, dell’attuazione legislativa sul territorio nazionale, sull’efficacia ed anche su eventuali limiti normativi in essere e conseguentemente mettere in condizione il Parlamento e le Istituzioni regionali e locali di poter intervenire in modo efficace sul quadro normativo apportando riforme e/o correttivi miranti ad una migliore gestione del territorio, ad una riduzione dei problemi, dei danni e/o incidenti e complessivamente ad una maggiore efficacia nel conseguimento degli interessi generali”.