È uno dei campi più antichi e prestigiosi d’Italia. Sopravvissuto a due guerre mondiali e ai tentativi di “valorizzazione” più volte annunciati dal Demanio. Adesso il Golf Club degli Alberoni è minacciato… dalle nutrie. L’invasione dei grossi roditori sta provocando danni a catena. Le “buche” vengono scavate sotto gli alberi e ne causano il crollo. Un’emergenza che i soci e la dirigenza del Golf club devono affrontare. Le nutrie in genere preferiscono i corsi d’acqua dolce e le paludi in terraferma. Ma l’area del Golf club confina con laghetti e stagni, e i roditori hanno in questi ultimi anni prolificato. Un’invasione di cui i giocatori e i golfisti nemmeno si accorgono.
L’attività del Golf club continua, nonostante il leggero calo dei soci iscritti, oggi circa 200. Con la presidenza di Paolo Fancesco Lo Bue è stata incentivata la partecipazione dei giovani, che possono iscriversi a quote ridotte. Il Golf club è un’oasi verde agli Alberoni tra mare e laguna. Fondato nel 1928 da Giuseppe Volpi di Misurata, l’inventore della Biennale e di Porto Marghera, si dice perché gli ospiti americani dell’hotel Excelsior come il grande Henry Ford cercassero un campo da golf che al Lido non esisteva.
23 anni più tardi, nel 1951, il campo veniva allargato alle attuali 18 buche, richiamando campioni internazionali. Una realtà sportiva d’eccellenza, che vuole continuare a espandersi. Per farlo, dovrà intanto limitare le nutrie.A.V. (La Nuova Venezia).