Il termine di validità del Piano Faunistico-Venatorio regionale del Veneto 2007-2012, già sottoposto a proroga negli anni precedenti e in scadenza al 31 dicembre, è stato ulteriormente prorogato al 31 agosto 2021. È questo l’esito dei lavori dell’Assemblea legislativa veneta che ha approvato a maggioranza il Progetto di legge n. 12, volto a rideterminare la validità del Piano in questione. Il Pdl, in origine, conteneva la proposta di prorogare il Piano fino al 10 febbraio 2021, ma è stata definitivamente stabilita al 31 agosto, a seguito dell’approvazione a maggioranza di un emendamento illustrato in Aula dall’assessore Cristiano Corazzari, in vista della presentazione del nuovo PFV.
Il relatore Giuseppe Pan, già assessore alla caccia nella precedente legislatura e oggi Capogruppo della Liga Veneta in Consiglio, dopo aver ricostruito le fonti normative nazionali e regionali poste alla base della proposta, ha ricordato il ruolo della caccia, dei cacciatori, in particolare dei selecontrollori e di coloro che sono impiegati in attività legate al controllo degli opportunisti, nonché delle associazioni venatorie, intesi come collaboratori formati di enti e istituzioni, e ha brevemente anticipato alcuni contenuti del prossimo Piano Faunistico Venatorio, come ad esempio gli schemi e le modalità di costituzione degli Ambiti territoriali di caccia o gli indici di densità venatoria: l’ulteriore proroga consentirà la presentazione del nuovo Piano nel corso della prossima primavera.
In merito al provvedimento sono intervenuti, con sfumature diverse, anche i consiglieri di maggioranza Elisa Venturini (Forza Italia) e Joe Formaggio (Fratelli d’Italia). Il Correlatore di minoranza, la Consigliera Cristina Guarda di Europa Verde ha stigmatizzato la continua proroga, di anno in anno, del Piano Faunistico Venatorio approvato con legge regionale del 2007: “Un Piano vecchio di 13 anni, reiterato per altri 8”, aspetto sottolineato anche dal Consigliere Andrea Zanoni (Partito Democratico) che ha ulteriormente evidenziato l’assenza dal Piano di elementi come il territorio consumato dalla cementificazione, ad esempio per effetto della costruzione di infrastrutture come la Valdastico Sud o la Pedemontana, o l’assenza di specie come Orso, Lupo, Lince o Nutria, nonché l’impossibilità, di fatto, per effetto della reiterazione del Piano, di consentire ai privati di esercitare la facoltà, prevista dalla normativa venatoria, di richiedere il divieto di caccia nel proprio terreno: in questo senso, un emendamento proposto in Aula dai due Consiglieri è stato respinto dalla maggioranza.
Scetticismo circa la possibilità che il termine del 31 agosto 2021 sia propedeutico alla presentazione del nuovo Piano è stato espresso a più riprese dal Consigliere Jonatan Montanariello (PD); la Consigliera Vanessa Camani, inoltre, ha auspicato che il dibattito che seguirà alla presentazione del nuovo Piano non si risolva “in un derby tra cacciatori e ambientalisti”, data la sua particolare complessità.