Pan ha ricordato l’iter di avvio della nuova pianificazione venatoria, che ha visto la Regione varare nel 2017 le linee guida della pianificazione e, al tempo stesso, affrontare la riorganizzazione della struttura amministrativa, imposta dalla riforma Delrio in merito all’assetto delle Province e della città metropolitana. “Il quadro complessivo – ha spiegato l’assessore – si è definitivamente assestato solo a seguito dell’approvazione della legge regionale n. 30 dell’agosto 2018, che ha definito, nel dettaglio, il “chi fa cosa” in materia di gestione delle risorse faunistiche; con la stessa legge è stata altresì definita la questione del ruolo da riservare alla specificità del territorio bellunese, prevista dalla legislazione veneta”.
“Se siamo in ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale – ha detto Pan – è anche perché è stato necessario far andare a regime le disposizioni in materia di specificità del territorio bellunese – ha aggiunto Pan – e ricondurle all’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Vas) che riserva una particolare attenzione ai temi della sostenibilità complessiva delle proposte di piano, anche in riferimento agli ambiti di governance. “Ora, grazie anche gli ulteriori spazi di manovra consentiti dalla proroga – ha concluso l’assessore – sarà possibile arrivare a formulare un piano regionale, condiviso a livello di territorio, definito in tutti gli aspetti amministrativi (Uffici Caccia e Servizio regionale di vigilanza) e validato dal punto di vista ambientale”.