Fra due giorni, mercoledì 9 marzo 2016, nel Consiglio Regionale del Veneto andrà in scena la legge sugli appostamenti di caccia fissi. Si tratta del Progetto di Legge numero 117 che è stato approntato per modificare la Legge Regionale 50 del 1993 (“Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio”). Già lo scorso 24 febbraio la Terza Commissione venne convocata per esaminare il testo, ora bisogna capire cosa cambierà rispetto al passato. La relazione della legge fa riferimento alle varie tipologie di appostamento a uso venatorio che sono state sfruttate storicamente in Veneto. Si sta parlando, ad esempio, degli appostamenti temporanei, di quelli usati per l’attività di selezione agli ungulati, gli appostamenti per la caccia agli acquatici in zona lagunare e valliva, gli appostamenti precari e quelli fissi per cui serve l’autorizzazione delle province.
La proposta di legge ha avuto sin da subito come obiettivo quello di disciplinare le nuove disposizioni statali, con due articoli che riassumono le novità. Il primo parla dell’inserimento di un nuovo articolo nella Legge Regionale del 1993, il 20 quater: in base a quest’ultimo, l’autorizzazione degli appostamenti fissi rappresenta un titolo abilitativo edilizio e paesaggistico, oltre che condizione essenziale per la sistemazione del sito e l’installazione degli appostamenti fissi che sono funzionali all’attività per l’intera durata dell’autorizzazione.
Inoltre, questi appostamenti non devono alterare in maniera permanente lo stato dei luoghi, devono avere natura precaria e devono essere costruiti in legno, usando materiali leggeri oppure tipici della zona. In alternativa vengono accettate le strutture in ferro e i prefabbricati, da rimuovere alla scadenza dell’autorizzazione. Per quel che riguarda le dimensioni massime, gli appostamenti allestiti a terra non devono superare i 12 metri quadrati di base e i 3 metri di altezza dal piano di calpestio; gli appostamenti per la caccia ai colombacci dovranno avere una base uguale e un’altezza massima non superiore alle fronde degli alberi.
Il secondo articolo della proposta, poi, sottolinea come questa normativa non comporti alcun tipo di spesa o di onere aggiuntivo a carico della Regione Veneto. A ricordare l’appuntamento di mercoledì ci ha pensato oggi la LAC (Lega Abolizione Caccia), secondo cui la norma nazionale sarà distorta attraverso la cancellazione dei vincoli edilizi e paesaggistici per gli appostamenti. La Lega ha criticato anche le dimensioni scelte, paragonate a quelle di una “piccola villetta che andrà a stravolgere e deteriorare il paesaggio”. Infine, è stato messo in risalto il fatto che il nuovo sistema consentirà di scavalcare i comuni titolari di autorizzazioni edilizie.