Fondi pubblici della Regione Veneto alle associazioni dei cacciatori, per contrastare il bracconaggio, finiti anche in patatine, pizzette e prosecco di rinfreschi e buffet. È l’ipotesi sulla quale stanno indagando in Veneto la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza. Si tratta di 262 mila euro erogati nel 2018 dalla Regione Veneto alle associazioni venatorie, che in piccola parte – riferisce il Gazzettino – sono finiti per pagare salatini, pizzette sfoglia, bottiglie di vino e acqua, altri prodotti per rinfreschi.
Le Fiamme Gialle hanno chiesto gli atti alla Regione. Adesso di quei contributi finiti in prodotti alimentari si sta interessando anche la Corte dei Conti. Erano stati alcuni consiglieri regionali a chiedere chiarimenti sulle spese sostenute dalle associazioni venatorie con i contributi pubblici.
Ecco perché non andremo più a caccia e il motivo per cui le nostre care associazioni venatorie (leggasi produttrici di assicurazioni), non hanno mai veramente puntato i piedi contro una politica animalista. Quando non si andrà più a caccia poi i rinfreschi se li faranno a casa loro.
Le associazioni andrebbero abolite ..solo così facendo la caccia può sopravvivere.