A ciò si aggiunge la questione dei cani di utilità legati all’attività faunistico-venatoria, quali ad esempio i cani da traccia, che svolgono una funzione essenziale nel caso di animali feriti, sia in esito all’attività di controllo (che non subisce limitazioni anche nel caso delle “zone rosse”) che anche in riferimento ad esiti di impatti lungo la viabilità regionale. Il mantenimento del regime di chiusura delle ZAC ed il riversarsi sul territorio in forma scoordinata di attività di allenamento ed addestramento avrebbe il risultato di incrementare occasioni e momenti di assembramento e di riduzione delle misure di distanziamento.
Si ritiene dunque quanto mai necessario, vista la limitata disponibilità, anche geografica, di queste aree, un intervento chiarificatore da parte della Giunta Regionale del Veneto sulla possibilità di accesso alle predette aree, in modo da poter garantire certezza del diritto. Sul punto si evidenzia che la Regione del Veneto, nel corso della precedente stagione di lockdown (primavera 2020) aveva individuato modalità operative per l’attività delle ZAC nel pieno rispetto delle misure di prevenzione covid-19. Certi della sensibilità per l’argomento trattato attendiamo fiduciosi un urgente intervento (le sezioni regionali del Veneto di ANUUMigratoristi, Libera Caccia, EPS, Federcaccia, Italcaccia, Arci Caccia ed Enalcaccia).