“Nei primi otto mesi del 2019 il numero dei cinghiali abbattuti supera già il totale degli abbattimenti del 2018. Inceneritori per smaltire le carcasse? No, costerebbe troppo, meglio valorizzare le carcasse. I numeri parlano chiaro”. L’assessore regionale del Veneto all’agricoltura e alla caccia Giuseppe Pan, replica punto su punto alle critiche di Coldiretti sulle azioni di contenimento dei cinghiali condotte nell’area del parco Colli. Con in mano i dati forniti dal commissario straordinario al Parco dei Colli Euganei, Stefano Sisto, l’assessore va nel dettaglio: da gennaio ad agosto sono stati eliminati 1187 cinghiali, superando quindi i 1169 abbattimenti realizzati in tutto il 2018. Il 65 per cento dei capi sono stati catturati con i chiusini, 401 sono stati abbattuti dalle squadre dei selecontrollori, che contano un centinaio di uomini organizzati in 21 squadre a presidio di 300 postazioni fisse dislocate nel Parco, “cento in più- sottolinea l’assessore – di quelle autorizzate lo scorso anno”.
“Capisco le preoccupazioni e l’allarme degli agricoltori dei Colli – dichiara Pan – e in particolare dei viticoltori che temono per la vendemmia, e lungi da me fare polemiche. Ma sulla questione cinghiali dobbiamo uscire dall’emotività e valutare l’efficacia delle azioni di contenimento con numeri alla mano. I report dell’attività di controllo svolta dal Parco Colli dicono che quest’anno è stata potenziata l’attività dei selecontrollori con 25 nuovi inserimenti (su un totale di 108 operatori); le squadre hanno effettuato 42 interventi straordinari, su richiesta delle aziende agricole, riuscendo ad abbattere 35 cinghiali”. “Inoltre – aggiunge Pan – particolarmente efficace risulta l’attività della squadra faunistica del Parco che presidia sia l’attività di cattura con i chiusini (2/3 dei capi eliminati), sia l’attività notturna di supporto ai selecontrollori: ciò è stato possibile nel 2019 a seguito dell’incremento di due unità di personale e dell’anticipato inizio dell’attività del personale distaccato da Veneto Agricoltura.
Appare, quindi, strategico poter contare sulla presenza continuativa della squadra faunistica per 12 mesi all’anno, senza interruzioni dell’attività che si rivelano dannosissime per il contenimento dei cinghiali”. Quanto alle carcasse, che Coldiretti preferirebbe eliminare tramite inceneritori, Pan replica –dati alla mano – che, con le normative vigenti e i costi attuali di smaltimento, la spesa sarebbe pari a 200-250 euro a capo, pari ad una spesa complessiva di 300 mila euro l’anno: “Costo non sostenibile dal Parco”, conclude. “Attualmente, invece, capi catturati o abbattuti, sono conferiti ai macelli autorizzati dal Parco – spiega il titolare delle politiche regionali per agricoltura e caccia –
Tale organizzazione, che rispetta una rigorosa filiera igienico-sanitaria, consente il recupero e la commercializzazione sul territorio dei cinghiali eliminati nei Colli Euganei, con costi minimi per il Parco e con la possibilità di valorizzare e certificare un prodotto già ampiamente diffuso nei circuiti enogastronomici locali (agriturismi, trattorie, punti vendita), a beneficio dei consumatori e nel rispetto dei principi dell’economia circolare”. L’ente Parco – ricorda l’assessore – ha stipulato quest’anno due convenzioni (con i comuni di Galzignano e di Rovolon) per la realizzazione di piattaforme di lavorazione e stoccaggio provvisorio dei cinghiali, con celle refrigerate, ed è in fase avanzata anche la convenzione con il Comune di Vo’. In tal modo, attraverso una dislocazione distribuita di piattaforme, a partire dal 2020, potrà entrare a regime l’attività autogestita dei selecontrollori.