Sono in aumento in Lombardia e anche in provincia di Varese gli abbattimenti dei cinghiali. Nel Varesotto, nel 2019 erano stati prelevati 1222 esemplari, saliti a 1452 nel 2020 e a 1906 nel 2021; 396 gli ungulati soppressi nel Parco Pineta di Tradate e 625 quelli nel Parco del Ticino. «In questi anni – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi – abbiamo introdotto la possibilità per gli agricoltori provvisti di licenza di intervenire direttamente, abbiamo aggiornato la legge, abbiamo introdotto la caccia di selezione al cinghiale tutto l’anno anche con visore notturno, abbiamo previsto la facoltà di foraggiamento ossia il posizionamento di piccole quantità di cibo per attrarre il cinghiale».
«La Lombardia – ha aggiunto – ha fatto tutto ciò che consente la norma nazionale, spesso finendo anche nelle sedi giudiziarie per difendere le proprie leggi e il diritto dei territori di gestire la piaga del cinghiale. Ora serve l’intervento dello Stato, da sempre inerte: la proliferazione incontrollata di cinghiali causa danni all’agricoltura ed è un pericolo per la sicurezza stradale». «Il cinghiale – ha ricordato l’assessore – è anche il principale vettore della peste suina africana e questo dovrebbe far riflettere sugli effetti del disinteresse manifestato in questi anni da parte dei ministeri competenti».
Il proprietario o conduttore del fondo sul quale vengano certificati danni alle colture o al sistema agrario, al fine di incentivare il contenimento delle popolazioni di cinghiale potrà quindi presentare ai competenti Corpi di Polizia provinciale specifica istanza di autorizzazione per due operatori abilitati al controllo selettivo degli ungulati. «Questa misura – ha affermato l’assessore – conferma la volontà di regione di attivare ogni misura possibile per incrementare ancora di più il contenimento del cinghiale nell’ottica della difesa delle coltivazioni e della sicurezza delle comunità locali». «Nel 2021 gli abbattimenti totali in Lombardia sono stati 12.972, a cui vanno aggiunti i 1.187 in parchi e riserve, contro i 9.198 totali del 2020 e i 7.371 del 2019. La norma regionale, dunque, funziona.
Gli agricoltori, i cittadini che abitano in montagna e i sindaci – ha sottolineato l’assessore – hanno bisogno di risposte concrete e il nostro impegno va in questa direzione». «Con la delibera di oggi – ha concluso Rolfi – abbiamo colmato una ulteriore lacuna. Alcuni Ambiti territoriali e Comprensori alpini di caccia in aree non idonee al cinghiale non hanno predisposto i Progetti pluriennali di gestione del cinghiale o gli interventi annuali di prelievo. Ora abbiamo stabilito un cronoprogramma che prevede la predisposizione del documento entro il 1° luglio 2022, in alternativa scatterà il potere sostitutivo di Regione e predisporremo direttamente i piani per avviare ovunque la caccia di selezione». Di seguito gli abbattimenti totali per provincia (dati in ordine 2019 – 2020 – 2021)
BERGAMO: 941 – 1.181 – 2.152
BRESCIA: 614 – 1.241 – 2.036
COMO: 1.916 – 2.189 – 3.876
CREMONA: 152 – 119 – 300
LECCO: 260 – 306 – 368
LODI: 6 – 4 – 21
MANTOVA: non prevista
MILANO: 8 – 12 – 106
MONZA E BRIANZA: non prevista
PAVIA: 1.973 – 2.332 – 1.730
SONDRIO: 279 – 362 – 477
VARESE: 1.222 – 1.452 – 1.906
TOTALE LOMBARDIA: 7.371 – 9.198 – 12.972
PARCHI E RISERVE (DATO 2021)
Parco dei Colli Bergamaschi (BG) 52
Parco Spina Verde (CO) 72
Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate (CO-VA) 396
Riserva Naturale Lago di Piano (CO) 42
Parco del Ticino: 625.
(Informazioneonline)