“Al di là di una breve quanto inutile informativa circa il contesto naturalistico e normativo in cui si inserisce il sito della Valle della Canna, l’Ass.re Gazzolo non ci ha fornito alcun chiarimento sulle responsabilità di questo disastro ambientale.” A dirlo è il consigliere regionale dell’Emilia Romagna della Lega Andrea Liverani, primo firmatario del question time sulla triste vicenda della Valle della Canna che in aula ha puntato il dito “contro le negligenze e le responsabilità di questo ‘disastro annunciato’. Erano anni che il sito versava in condizioni di degrado.
Chi doveva vigilare, assicurando la giusta manutenzione dell’area umida, non solo non l’ha fatto, ma ha permesso che la situazione degenerasse, trasformando l’area in una vera e propria discarica ambientale, con acque putride e proliferazione di tossine. L’Ass.re Gazzolo ha affermato candidamente che l’emergenza è stata gestita” – attaccano Liverani e la candidata Presidente Lucia Borgonzoni – “ma non è questo il punto. Il disastro poteva tranquillamente essere scongiurato se la gestione dell’area fosse stata lasciata nelle mani dei nostri cacciatori ma la scelta di questa Regione ha invertito il destino dell’area.”
“Quello che forse non è chiaro all’Ass.re Gazzolo” – chiosa il consigliere leghista Pompignoli, cofirmatario dell’interrogazione, – “è che si prospetta il pericolo di aver compromesso seriamente la riproduzione di alcune specie acquatiche e di aver ipotecato il delicato equilibrio dell’ecosistema palustre. Il problema era noto, ampiamente preannunciato dalle associazioni venatorie, ma i ritmi blandi della macchina regionale e la trascuratezza dell’amministrazione ravennate non hanno tenuto conto di quanto fosse urgente intervenire. Il risultato, spiace ribadirlo, è sotto gli occhi di tutti”.
E basta? Ed è così che deve concludersi la vicenda? Gli ambientalisti pressano tanto sull’inasprimento delle penne x chi abbatte un fringuello e x loro stessi che hanno causato una catastrofe ambientale, deve tutto finire così? La GALERA. LICENZIATE I RESPONSABILI REGIONALI. CONDANNATELI A RISARCIRE IL DANNO. DATE I LORO NOMI IN PASTO AI GIORNALISTI. Al contrario, loro lo avrebbero fatti senza il minimo scrupolo.