La legge sulla caccia in Valle d’Aosta era pronta per essere modificata con un testo che sembrava aver messo d’accordo tutti. Come riferito da La Stampa, però, è stato tutto bloccato e la regione starebbe per fare un passo indietro. Che cosa è successo di preciso? Fino a poco tempo fa gli unici in disaccordo erano i cacciatori che fanno parte della Quarta Circoscrizione valdostana, quella che comprende il Monte Emilius per la precisione, tanto è vero che i rappresentati si sono dimessi prima che la legge fosse esaminata dalla Giunta. Nella regione settentrionale ci sono altre sette circoscrizioni venatorie, secondo cui ci potrebbero essere le dimissioni dell’intero Comitato di Gestione Venatoria, anche perché le divisioni riguardano molti aspetti.
In particolare, non si è raggiunto un accordo su cervi, camosci e caprioli da abbattere e la loro distribuzione effettiva. In pratica, la già citata Quarta Circoscrizione ha alzato la voce nel corso degli anni per lamentare il minor numero di ungulati a disposizione. Il testo modificato parlava proprio di una compensazione, nello specifico un pagamento inferiore da parte dei cacciatori che hanno meno capi da abbattere. La scelta ha fatto storcere il naso e da quel momento sono sorti i problemi. Lo stesso Comitato ha pensato alle modifiche da introdurre nella legge insieme alle circoscrizioni dei cacciatori, il Corpo Forestale dello Stato e l’Assessorato Regionale all’Agricoltura.
L’idillio è durato fino a quando Augusto Rollandin, governatore della Valle d’Aosta, ha pensato di introdurre il principio di equità, motivando il passo indietro con l’unica volontà riconosciuta al cacciatore, quella di cacciare. Le altre circoscrizioni hanno protestato immediatamente, sottolineando come l’amministrazione regionale sia minacciata dai cacciatori che sono in minoranza (della Quarta Circoscrizione fanno parte 200 persone su un totale di 1300), senza dimenticare che la compensazione non esiste in nessun altro paese europeo, in cui si predilige la gestione del patrimonio faunistico.
Le altre circoscrizioni sono anche preoccupate che si possa perdere il legame storico tra cacciatori e territorio, quello che ha garantito i risultati lusinghieri degli ultimi tempi. Tra l’altro, la lamentale è motivata dal fatto che quando c’è stato il sistema di compensazione, per evitare di regalare i capi abbattuti i censimenti sono stati manipolati al ribasso. I rappresentanti hanno espresso tutti i loro dubbi in un documento firmato. Va ricordato che le otto circoscrizioni venatorie valdostane sono composte da un presidente, da un vicepresidente, da un segretario e da una serie di consiglieri (due per ogni comune).