In particolare, non si è raggiunto un accordo su cervi, camosci e caprioli da abbattere e la loro distribuzione effettiva. In pratica, la già citata Quarta Circoscrizione ha alzato la voce nel corso degli anni per lamentare il minor numero di ungulati a disposizione. Il testo modificato parlava proprio di una compensazione, nello specifico un pagamento inferiore da parte dei cacciatori che hanno meno capi da abbattere. La scelta ha fatto storcere il naso e da quel momento sono sorti i problemi. Lo stesso Comitato ha pensato alle modifiche da introdurre nella legge insieme alle circoscrizioni dei cacciatori, il Corpo Forestale dello Stato e l’Assessorato Regionale all’Agricoltura.
L’idillio è durato fino a quando Augusto Rollandin, governatore della Valle d’Aosta, ha pensato di introdurre il principio di equità, motivando il passo indietro con l’unica volontà riconosciuta al cacciatore, quella di cacciare. Le altre circoscrizioni hanno protestato immediatamente, sottolineando come l’amministrazione regionale sia minacciata dai cacciatori che sono in minoranza (della Quarta Circoscrizione fanno parte 200 persone su un totale di 1300), senza dimenticare che la compensazione non esiste in nessun altro paese europeo, in cui si predilige la gestione del patrimonio faunistico.
Le altre circoscrizioni sono anche preoccupate che si possa perdere il legame storico tra cacciatori e territorio, quello che ha garantito i risultati lusinghieri degli ultimi tempi. Tra l’altro, la lamentale è motivata dal fatto che quando c’è stato il sistema di compensazione, per evitare di regalare i capi abbattuti i censimenti sono stati manipolati al ribasso. I rappresentanti hanno espresso tutti i loro dubbi in un documento firmato. Va ricordato che le otto circoscrizioni venatorie valdostane sono composte da un presidente, da un vicepresidente, da un segretario e da una serie di consiglieri (due per ogni comune).