Uno ‘stop’ che impedirà, in futuro, di conoscere l’effettiva situazione numerica di questi selvatici sul territorio. I censimenti sono fondamentali in un’ottica di prelievi commisurati al riscontro.”. La legge regionale non prevede questo passaggio; l’abolizione è, quindi, secondo quanto afferma Luciano Joris “una presa di posizione politica del Consiglio, priva di studi, di approfondimenti.
Entrambe le specie non sono presenti in numero esiguo. Ora, questi rilevamenti verranno organizzati dall’Ufficio regionale Fauna“. L’emergenza Covid-19 non ha consentito l’apporto di modifiche al calendario venatorio; variazioni, tra l’altro, non necessarie e ostacolate dall’impossibilità di riunirsi per un confronto circostanziato. L’attività si è svolta, perlopiù, in video-conferenza. Una soluzione giudicata “positiva” dal presidente dei cacciatori della Valle d’Aosta. “Si potrebbe continuare – ipotizza – almeno per la programmazione di alcune iniziative e per snellire orari e impegni” (Voxpublica.it).