Un fulmine a ciel sereno
Come un fulmine a ciel sereno il Tar di Milano martedì ha annullato la delibera regionale che aveva stabilito attraverso uno studio scientifico quali fossero i valichi montani oggetto di attraversamento di flussi venatori da inibire per un raggio di 1000 metri alla totale attività venatoria La sentenza del TAR Lombardia sui valichi è tanto inattesa quanto stupefacente in ordine alle motivazioni date dai Giudici. Di seguito riportiamo il commento del Presidente Regionale di Federcaccia Lombardia, l’avvocato Lorenzo Bertacchi “Di fatto il TAR ha stabilito che quanto alla chiusura dei “valichi interessati dalle rotte di migrazione” le Regioni non hanno discrezionalità, ma che sono chiusi ex lege. Siamo di fronte ad un vero “non senso”: chi stabilisce concretamente cosa sia valico e cosa no? E Chi verifica, almeno sulla base di indicatori, se un valico sia “interessato dalle rotte di migrazione” oppure no?
Uno studio apposito
Forse i Giudici pensano che giunti in un luogo possano qui trovare un cartello, messo dal Padreterno, con scritto “benvenuti su un valico interessato dalle rotte di migrazione”. Regione Lombardia ha individuato i valichi non a capocchia, ma commissionando un apposito studio ad una Università! Ma la vera ciliegina sulla torta è la nomina a commissario che ci si chiede cosa dovrà fare, se i valichi sono quelli che sono e si conoscono senza poterli individuare sulla base di parametri tecnici, orografici, ornitologici certi: il commissario sarà il Direttore Generale dell’ISPRA, ovvero dell’Ente che a richiesta della Regione ha risposto di non avere dati a disposizione per poter individuare i valichi interessati dalle rotte di migrazione. Certo è che se la Politica esercitasse i suoi sacrosanti poteri di indirizzo sull’attività dell’ISPRA, come Federcaccia Lombardia chiede da tempo, saremmo molto più tranquilli.
I possibili rimedi
Anche questa volta siamo di fronte all’ennesima conferma che chi decide le sorti delle attività rurali e si pone come obiettivo la tutela della fauna e dell’ambiente nulla sa né degli uni né degli altri, ed è certamente privo di senso pratico. Ora vedremo cosa farà il Commissario: per il momento il TAR Lombardia, che probabilmente ignora che la caccia alla migratoria è chiusa almeno sino al 15 settembre 2024, è riuscito nella difficile impresa di vietare la caccia di selezione al cinghiale, l’unica possibile da qui a 5 mesi, il tempo dato al commissario, su circa 6.000 ettari di territorio in Regione. Confidiamo che Regione e Consiglio Regionale attivino al più presto ogni possibile rimedio, non da ultimo caldeggiando in Conferenza Stato Regioni la modifica della 157/92”. Quindi torna la spada di Damocle della chiusura totale della caccia su quei valichi bresciani come il Maniva, la Sella di Mandro a Lodrino e a Capovalle il cui territorio l’Università dell’Insubria ed ERSAF non avevano ritenuto di dover vietare alla caccia (fonte: FIDC Brescia).