«Si fa presto ad incentivare il ripopolamento della montagna, ma come si può continuare a lavorare in queste condizioni? Avevamo sistemato i castagneti una manciata di giorni fa. In una notte i cinghiali hanno distrutto tutto, a distanza di appena un mese dall’ultima volta». A parlare è Federico Pognant Gros, titolare a San Giorio, in Val di Susa, dell’omonima azienda agricola. Quattro ettari di prati e castagneti a 700 metri di quota. «Sono arrivato al limite. Erano 15 anni che non vivevamo una situazione così disastrosa. Anche i giardini delle borgate sono distrutti e le persone anziane iniziano ad aver paura di uscire di casa» sottolinea esasperato. Tanto che l’altra mattina non ha potuto fare a meno di impugnare lo smartphone e registrare alcuni video per dar conto dell’amara sorpresa.
«Dato che la gente non ci crede, vi mostro cosa voglia dire cercare di mantenere viva la montagna – ha esordito inquadrando terreni e muretti a secco distrutti – complice la siccità, i cinghiali scendono dai boschi alla ricerca di aree umide, sfondano le reti e devastano ciò che si trovano davanti». Interi prati verdi ridotti a zolle di terra rimestata, luoghi di conquista degli ungulati che come se non bastasse si nutrono anche delle castagne appena cadute. «Tutte le zone macchiate di terra sono aree che i cinghiali hanno distrutto, praticamente il 70% del terreno. Tra i frutti mangiati dagli animali e quelli non ancora maturi che il vento fa cadere dagli alberi, stiamo registrando un inizio raccolta da dimenticare» prosegue Pognant Gros.
Un grido dall’allarme che il sindaco di San Giorio Danilo Bar ha subito recepito in una lettera indirizzata all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, al settore caccia di Città Metropolitana ed al comparto caccia CaTo3. «Nonostante la posa di dissuasori elettrici, i cinghiali entrano nelle proprietà distruggendo il raccolto – si legge nel documento – Sono inoltre pervenute preoccupanti segnalazioni di cinghiali all’interno dell’abitato della borgata Grangia, con danni alle aree antistanti le abitazioni e forte preoccupazione da parte degli abitanti. Richiediamo quindi urgentemente l’attivazione dei selettori per gli abbattimenti» (La Stampa).