Ricollocamento dell’attività venatoria
Si è svolto venerdì scorso presso la Tenuta di Suvignano, a Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena, l’incontro sul tema “Uomini, Animali e Caccia” promosso e organizzato da Federazione Italiana della Caccia proseguendo sulla strada del ricollocamento dell’attività venatoria nella società affrontando, in modo chiaro ed equilibrato, temi che ne mettano in luce il ruolo e l’importanza nella tutela della biodiversità e nella gestione del territorio, oltre alla sua piena legittimità dal punto di vista culturale, etico e legislativo. Non casuale, anche in questo, la scelta della data e del luogo: 21 marzo, Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, e Tenuta di Suvignano, confiscata alla mafia e oggi modello di legalità e sostenibilità, come sottolineato da tutti i rappresentanti istituzionali presenti, a partire dal Sottosegretario a quelli della Regione Toscana e al Sindaco di Monteroni. Un obbiettivo, quello che si è posta Federcaccia, anche questa volta raggiunto dall’evento, che con la partecipazione di esponenti di spicco del mondo venatorio, istituzionale e accademico, ha posto in evidenza il ruolo della caccia come strumento legittimo e legittimato di gestione e conservazione della fauna, superando disinformazione e approcci ideologici dettati dall’emotività a favore di scelte basate su evidenze e dati scientifici.
Valore del dialogo
A introdurre e moderare i lavori arricchendoli con riflessioni e interventi sempre ben centrati e stimolanti è stato Giorgio Aldo Salvatori, Presidente dell’Associazione Italiana per la Wilderness, associazione ambientalista non animalista che fa del dialogo e del rapporto con la natura, bene da tutelare ma anche di cui godere i frutti in modo sostenibile e razionale, uno dei suoi fondamenti. E proprio il valore del dialogo, in particolare fra cacciatori, Istituzioni e agricoltori per affrontare al meglio le sfide attuali e future della gestione di fauna, territorio e ambiente è stato sottolineato da Marco Salvadori, Presidente di Federcaccia Toscana-UCT e Vicepresidente nazionale: “Iniziative come questa rappresentano momenti fondamentali per gettare le basi di nuovi e solidi rapporti tra tutti i portatori d’interesse coinvolti nella gestione faunistico-ambientale della regione e non solo”. Sullo stesso piano anche Letizia Cesani, Presidente di Coldiretti Toscana, che ha ribadito come la collaborazione tra mondo venatorio e agricolo sia essenziale per garantire l’equilibrio dell’ecosistema e la tutela delle produzioni, oltre a quella del territorio.
Corretto rapporto tra uomo e natura
Centro del convegno attorno cui si è poi snodato il dibattito, l’intervento di Francesco Santilli, che nel presentare la sua riflessione ha offerto una disamina approfondita sulla funzione della caccia nella società contemporanea, partendo da un’analisi storica, che ha evidenziato il ruolo conservativo e le basi antropologiche di un corretto rapporto tra uomo e natura. “La caccia – ha affermato in uno dei passaggi – non è solo un’attività legata alla tradizione, ma può rappresentare uno strumento fondamentale per la conservazione della biodiversità e per una gestione equilibrata della fauna selvatica”. Equilibrio e visione olistica della “questione ambientale” sono stati richiamati con forza da Luca Santini, Presidente di Federparchi, che ha rimarcato l’importanza di una gestione faunistica basata sulla scienza anziché sulle emozioni: “Abbiamo il dovere di tutelare e proteggere tutte le specie nel loro complesso e non i singoli individui. Purtroppo questo spesso non accade per scelte dettate dall’emotività collettiva. Solo un approccio razionale e scientifico può garantire una gestione efficace e sostenibile della fauna tutelando la biodiversità nella sua interezza”. Dal Presidente di Federparchi giunge anche l’invito a riflettere su come invece la società e parte del mondo protezionista e animalista facciano riferimento a una scala di priorità che si affida all’aspetto dell’animale più che alla sua importanza ecologica.
Equilibrio e chiarezza
Di grande interesse e chiarezza malgrado il tema di per sé non semplice, l’intervento del professor Angelo Lalli, docente di diritto amministrativo alla Sapienza di Roma, che ha tenuto a chiarire come il dibattito sugli animali sia spesso amplificato dai media e frutto di precise scelte politiche. In particolare sui presunti aumentati livelli di tutela conseguenti alla modifica dell’articolo 9 della Costituzione, presupposto per le frange oltranziste per una esclusione della caccia dalla legislazione nazionale e un riconoscimento come soggetto giuridico dell’animale, Lalli ne ha sottolineato l’infondatezza: “I diritti presuppongono doveri e gli animali, a differenza dell’uomo, non ne hanno. La caccia è un metodo naturale e sostenibile di conservazione delle specie così riconosciuta da tutte le Direttive internazionali e prevista dal Diritto di tutti gli Stati. Deve essere regolamentata con equilibrio e chiarezza, ma la sua legittimità non può in alcun modo essere messa in dubbio” ha concluso.
Una maggiore capacità di confronto
Spunti di riflessione ripresi anche dal Presidente Nazionale di Federcaccia Massimo Buconi, che ha riaffermato la necessità “di un dialogo costruttivo e una maggiore capacità di confronto sui fatti concreti, per contrastare visioni strumentali e costruire un futuro sostenibile per l’attività venatoria e un suo ricollocamento nella società”. Un intento che Federcaccia persegue attraverso una promozione della corretta immagine della caccia e del suo ruolo gestionale, a tutela della biodiversità e delle specie nel loro complesso, e che passa anche attraverso più forti rapporti istituzionali, con il mondo agricolo e con quello scientifico. Un impegno per una caccia di qualità che accanto alla tradizione e passione, pilastri irrinunciabili, ridisegna ruolo e funzione del cacciatore. Una ridefinizione che ha bisogno però anche di una revisione normativa che a questi ruoli e funzioni dia strumenti e riconoscimento. “Dobbiamo tutelare e promuovere con forza la nostra passione: solo una caccia di qualità, legata alla gestione faunistico-ambientale e supportata da una normativa certa, può avere un futuro” ha concluso il suo intervento il Presidente Nazionale.
Gestione intelligente
A chiudere i lavori il Sen. Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato per l’Agricoltura, la Sovranità Alimentare e le Foreste, che ha confermato l’impegno delle Istituzioni per una gestione razionale della fauna e del territorio in stretta relazione al comparto agricolo ed economico: “Questo Governo sta lavorando per compiere passi avanti anche nelle politiche venatorie, promuovendo una gestione intelligente e consapevole del territorio e della fauna selvatica. Stiamo lavorando per aggiornare la normativa venatoria, per garantire una gestione faunistico-ambientale efficace di tutto il Paese” ha affermato il Sottosegretario, annunciando la presentazione fra altri di un Collegato alla prossima Finanziaria che si muove proprio in questa direzione. Attraverso gli interventi dei relatori, il convegno ha dunque approfondito il ruolo della caccia nella società moderna, affrontando aspetti antropologici, ecologici e legislativi. L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto su un tema di grande attualità, riaffermando la caccia non solo come strumento di gestione e tutela del territorio, ma anche come elemento chiave per la salvaguardia e l’incremento della biodiversità. Un’iniziativa che si inserisce dunque in un contesto attuale e rilevante, valorizzando la funzione venatoria nella gestione faunistica e promuovendo una visione consapevole e responsabile del rapporto che gli ha dato il titolo, ovvero quello tra uomo, animali e ambiente.