Così il gruppo della sinistra verde nordica GUE-NGL ha presentato, all’interno delle proposte volte a combattere la pandemia COVID-19, l’emendamento n. 79, sottoscritto da Manon Aubry e Martin Schirdewan, di seguito riportato: “33bis. sottolinea che il commercio e l’allevamento di animali selvatici amplifica i rischi per la salute pubblica, combinando fattori critici per la comparsa di zoonosi; invita la Commissione e gli Stati membri dell’UE a sostenere un divieto globale relativo ai mercati di specie selvatiche e all’utilizzo di tali specie nella medicina tradizionale; esorta la Commissione a presentare proposte legislative atte a vietare l’importazione, il commercio, il possesso e il consumo di specie selvatiche all’interno dell’UE, al fine di ridurre il rischio di future epidemie di zoonosi;” L’emendamento non é però sfuggito al Vicepresidente dell’Intergruppo caccia, biodiversità e cultura rurale Marco Dreosto, il quale, con la collaborazione del Segretariato di FACE é riuscito a sensibilizzare i membri del parlamento affinché esprimessero voto contrario.
Alle 22.30 l’esito negativo della votazione, con 449 voti contrari e 186 favorevoli, ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. “E’ incredibile che alcuni gruppi politici filo animalisti e anticaccia, col silente vantaggio dall’onda emozionale suscitata dalla pandemia, possano proporre emendamenti capestro come quello di ieri, che se fosse passato avrebbe potuto determinare la chiusura di migliaia di aziende e la perdita di altrettanti posti di lavoro” afferma Dreosto, che ha poi concluso “io e il mio staff, assieme ai membri dell’Intergruppo, a FACE e ad ELO, continueremo a vigilare affinché ogni proposta contraria al settore primario possa essere contrastata e porteremo avanti le nostre istanze, a vantaggio delle categorie in esso ricomprese”.