Negli ultimi 18 mesi nelle aree di Aquilonia (Orlec) e Loznati, nell’Isola di Cherso, circa 1.400 agnelli sono stati uccisi e mangiati dai cinghiali. A notificare le perdite, 32 allevatori della zona, alcuni dei quali starebbero per abbandonare l’attività, dedicandosi a tutt’ altro lavoro. Il problema dei cinghiali, specie introdotta nell’arcipelago quarnerino dall’uomo per propiziare il turismo dei cacciatori, è stato affrontato nella seduta straordinaria del Consiglio cittadino di Lussinpiccolo, convocata per individuare una soluzione all’annosa vicenda che ha messo in ginocchio l’ovinicoltura a Cherso e Lussino.
Alla riunione hanno preso parte anche i massimi dirigenti della municipalità chersina, esponenti dei competenti ministeri, della Contea quarnerino–montana, delle società venatorie e degli allevatori di ovini, tutti consapevoli che quanto si sta verificando con i cinghiali abbisogna di misure concrete e urgenti.
È stato un gruppo di lavoro ad hoc a preparare un piano d’azione, esposto dal sindaco di Lussinpiccolo Gari Cappelli. «I cinghiali e i daini (pure presenti nell’arcipelago) devono essere proclamati animali dannosi per le due isole. Contemporaneamente i Comuni di Cherso e Lussinpiccolo, in collaborazione con l’Ispettorato alla caccia, dovranno controllare di continuo le attività dei concessionari delle riserve venatorie e delle società di cacciatori. In caso di risultati inferiori alle attese, il contratto di concessione andrà stracciato».
Si chiederà inoltre al presidente della Regione, lo zupano Zlatko Komadina, di proclamare lo stato di calamità naturale per l’arcipelago. È stata proposta infine l’istituzione di un gruppo di esperti che avrà l’incarico, entro il primo settembre, di formulare il piano definitivo per la soppressione delle due specie alloctone.
Fonte: Il Piccolo