In occasione della giornata mondiale dedicata alla conservazione degli uccelli migratori anche Federcaccia con il suo Ufficio Studi e Ricerche e ACMA, la settoriale dedicata alle specie migratorie acquatiche, vogliono evidenziare l’attenzione e l’interesse alla loro salvaguardia ricordando le iniziative portate avanti per raggiungere questo scopo. I cacciatori contribuiscono attivamente e costantemente alla conservazione di tutti gli uccelli migratori in diversi modi, sia attraverso lo studio e la ricerca (censimenti) sia attraverso la gestione ambientale. Il futuro della sopravvivenza di questi meravigliosi animali dipenderà dalla conservazione degli habitat e degli ecosistemi.
Sono molteplici gli esempi di ripristini ambientali effettuati dai cacciatori in Italia, che si evidenziano in particolar modo nella loro efficacia per quanto riguarda le zone umide. Considerando solamente quattro regioni italiane (Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana) abbiamo calcolato che le zone umide gestite o completamente create dai cacciatori superano i 24.000 ettari (18.500 di acqua e 5.500 di vegetazione). All’interno di queste aree sapientemente gestite si trova gran parte dell’avifauna acquatica migratrice che può godere dell’ambiente ideale per tutte le sue fasi vitali più importanti, risultando molto utili anche al di fuori del periodo venatorio e per specie sensibili non cacciabili. Numerose di esse sfruttano queste zone anche per la riproduzione e una vasta varietà per lo svernamento.
Dai censimenti nazionali gestiti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) emerge come solamente nella Regione Veneto svernino circa un milione di uccelli migratori ogni anno all’interno di ambienti gestiti dal mondo venatorio. Crediamo che gli uccelli migratori debbano e possano avere un futuro laddove si mantenga un interesse attivo di essi all’interno della popolazione italiana e mondiale. Escludere ideologicamente il legame tra uomo e animale non porterà benefici né all’uomo né a questi misteriosi animali, che molto ancora ci devono insegnare sul mistero della migrazione.