La stagione venatoria e la legge 157
Fra pochi giorni apre la caccia. L’appuntamento trova un Paese assillato da altre, piùurgenti preoccupazioni, ma gli italiani, malgrado la crisi difficilissima di queste settimane, continuano ad appassionarsi al tema. È così da molti anni, da quando l’ambiente, la tutela della fauna sono diventati oggetti prioritari di attenzione per l’opinione pubblica. Queste antenne particolarmente sensibili quando si discute di caccia sono un bene, per l’oggettiva rilevanza della questione, ma contengono anche un rischio: il rischio che il dibattito si riduca a una sorta di “guerra di religione” tra difensori e nemici della caccia “senza se e senza ma”. Tra chi invocando tradizioni ataviche – l’uomo è stato cacciatore prima ancora di diventare raccoglitore e poi agricoltore – vedenella caccia un “diritto”, e quanti -bisogna dirlo: sempre più numerosi – condannano la caccia sul piano etico, considerandola una pratica ormai incompatibile con l’evoluzione culturale della specie umana.
Chi scrive non ha mai imbracciato un fucile, nemmeno un fucile da caccia,né si riconosce nelle posizioni “abolizioniste” di chi vorrebbe proibire l’attività venatoria. E pure riconoscendo a queste dispute piena legittimità e anche interesse, però da ambientalisti ci poniamo una diversa priorità: regolamentare la cacciadando concretezza al principio costituzionale che individua nel patrimonio faunistico un bene superiore che lo Stato ha il dovere di conservare. Conciliare l’attività venatoria con l’esigenza di tutelare la fauna fu l’obiettivo della Legge 157 del ’92:un’ottima legge cheha consentito all’Italia di mettersi al passo della normativa comunitaria e resta un punto di riferimento irrinunciabile. Questa legge va difesa, aggiornandone alcuni aspetti marginali ma salvaguardandone rigorosamente l’ispirazione. Va difesa dai tentativi ricorrenti di smantellarla, l’ultimo del Pdl che in Senato aveva proposto un’improbabile e dannosa deregulation dell’attività venatoria. E va difesa anche da troppe iniziative unilaterali di diverse Regioni (non tutte – va detto – governate dal centrodestra…) che inquestimesi hanno varato calendari di caccia in violazione delle regole di tutela fissate dall’Italia e dall’Europa. La via da battere, per il Pd e il centrosinistra, è la stessa che vent’anni fa portò al varodella Legge157: sostenere l’impegno condiviso delle associazioni ambientaliste, della parte più avanzata del mondo venatorio a cominciare da ArciCaccia, delle associazioni agricole, per un goveno dell’attività venatoria che garantisca una rigorosa tutela faunistica, scongiuri ogni ipotesi di privatizzazione della caccia, eviti all’Italia nuove e più gravi messe in mora dall’Unione europea.
Fonte: l’Unità
a firma dei senatori Roberto Della Seta e Francesco Ferrante