Questura e Viminale
I giudici del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria si sono espressi nei giorni scorsi sul ricorso presentato da un uomo contro la Questura di Cosenza e il Ministero dell’Interno. Il motivo? La sua istanza per rinnovare la licenza di cacca era stata respinta, ritenendo lo stesso soggetto non più affidabile come in passato. La ricostruzione dei fatti è presto detta.
La precedente licenza di caccia
Il TAR ha valutato il caso di questa persona che ha detenuto una licenza di porto di fucile dal 2012 al 2018. Poi la revoca è divenuta effettiva a causa di un deferimento da parte della Procura della Repubblica per alcuni reati, tra cui quelli connessi all’utilizzo delle armi. Il ricorso del cacciatore è stato ritenuto fondato dal Tribunale che ha messo nero su bianco un ragionamento ben preciso.
Le parole dei giudici
Ecco quello che hanno deciso i giudici: “Sono fondate, in particolare, le censure inerenti il vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti. Il provvedimento del Questore è illegittimo, perché ritiene erroneamente che la presenza di un precedente provvedimento di revoca di porto d’arma sia, di per sé, una circostanza ostativa alla presentazione di una nuova istanza di rilascio di licenza di porto d’arma”.