Federcaccia Umbra interviene sulla decisione della Regione Umbria di riperimetrare l’intera zona. “Si attendano almeno le catture di marzo”. Abbiamo appreso dalle nostre sezioni comunali e dagli organi di informazione di una presunta, imminente riperimetrazione della zona di ripopolamento e cattura San Gregorio, ricadente nel territorio di Assisi. Si tratta, da quanto apprendiamo, di una riduzione sensibile del territorio interdetto alla caccia, nel quale al momento si registra una importante presenza di lepri e di altri selvatici di interesse venatorio.
Non conosciamo quali siano le ragioni tecniche che hanno condotto la Regione Umbria a prendere una simile decisione, che va ad incidere in maniera a dir poco drastica sul lavoro di tutela e conservazione della biodiversità portato avanti negli anni da tanti appassionati cacciatori: tuttavia, come Federcaccia Umbra, ribadiamo quanto da noi già richiesto alla Regione con apposita lettera inviata in data 16 novembre 2019, e cioè una scadenza certa, una data fissa ricorrente ogni anno, per la presentazione delle domande relative alle aree temporanee di rispetto, zone di ripopolamento e cattura e altri istituti che prevedono l’interdizione temporanea dell’attività venatoria.
Ciò allo scopo di evitare tabellazioni improvvise a stagione in corso come anche, ed è questo il caso, rimozioni delle tabelle per restituire il territorio alla caccia senza una preventiva pianificazione delle risorse faunistiche. In altre parole, nella zona di ripopolamento e cattura in oggetto sono stati investiti dei fondi pubblici, attinti cioè dalle casse dell’Ambito territoriale di Caccia Perugia 2 grazie i soldi versati dai cacciatori per le rispettive iscrizioni.
Pertanto, senza entrare nel merito della decisione presa dalla Regione Umbria, invitiamo l’ente regionale ad attendere le catture del prossimo mese di marzo prima di procedere alla riperimetrazione della zona di ripopolamento e cattura. Altrimenti si tratterebbe di un inutile spreco di risorse pubbliche, del quale potrebbero trarre beneficio solamente eventuali privati interessati a gestire, per proprio conto, le risorse faunistiche costruite dalla comunità dei cacciatori in anni e anni di fatica e investimenti economici.