L’Ambito Territoriale di Caccia Perugia 2 e gli operatori dell’Agenzia Forestale umbra sono impegnati in questi giorni nella cattura delle lepri per ripopolare i territori in cui si svolgerà la caccia programmata. Come riferito da UmbriaJournal e da Avinews, l’intervento sta avvenendo nei pressi del Monte Peglia, montagna che sorge nel territorio del comune di San Venanzo (Terni) oltre che luogo in cui ha sede il Centro Faunistico San Vito della Regione Umbria. Si tratta di un vero e proprio esperimento ed è la prima volta in assoluto che il centro e l’ATC perugino collaborano insieme.
Come ha spiegato Luciano Calabresi, numero uno dell’Ambito Perugia 2, si punta al rilascio di animali che siano di qualità molto alta, per la precisione una ottantina di riproduttori che sono nati e cresciuti nel centro faunistico e che verranno liberati nei vari comuni della bassa Valnerina. Sempre secondo Calabresi, inoltre, gli esemplari di lepre utili per il ripopolamento e da ricatturare sono quelli che hanno sei mesi di età, animali a cui è stato concesso un lungo periodo di ambientamento.
Si sta parlando di lepri a cui era stato impiantato tempo fa un apposito microchip e in questa occasione avranno anche un nuovo bollo per l’identificazione. I capi saranno suddivisi in coppie (un maschio e una femmina per la precisione) e poi potranno riprodursi in un territorio libero. L’Ambito Territoriale di Caccia perugino ha sottolineato come la prima fase dell’esperimento stia procedendo in maniera positiva, anche se poi saranno i cacciatori a esprimere il giudizio definitivo sull’intervento.
Il Centro Faunistico San Vito si occupa anche della produzione di fagiani, con una distribuzione attenta fra i tre ATC regionali. Mario Damiani, il quale fa parte dell’ufficio di presidenza dell’ATC, ha ricordato come l’impegno sia stato profuso per garantire ai cacciatori della selvaggina di qualità, anche se le quantità non sono eccessive. L’esito dell’operazione potrebbe dunque trasformare la collaborazione in qualcosa di più concreto. Tra le associazioni venatorie regionali presenti c’era Federcaccia Umbria.
Il presidente Franco Di Marco ha giudicato “estremamente positiva” questa esperienza di ripopolamento, dopo aver constatato la presenza di animali selvatici che rispondono pienamente alle richieste dei cacciatori. L’invito della sezione regionale è stato quello di proseguire nel tempo l’attività appena cominciata, anche perché c’è bisogno di selvaggina che sia cresciuta a terra e di grande qualità. Parole positive sono state rivolte anche a un altro centro di produzione faunistica selvatica, vale a dire quello di Torre Certalda di Umbertide (provincia di Perugia).