Arcicaccia Umbria esprime la propria soddisfazione per la riapertura della caccia alla Lepre e alla Moretta accogliendo il ricorso della Regione alla precedente sospensiva.
Apprendiamo con piacere che il Consiglio di Stato a accolto il ricorso della Regione Umbria in merito alla sentenza del TAR dell’Umbria su ricorso presentato dall’associazione vittime della caccia, ripristinando il calendario venatorio per quanto riguarda la chiusura della specie lepre e alla specie moretta, una volta tanto possiamo dire che ha vinto il buon senso supportato da dati scientifici, una piccola vittoria che smentisce le posizioni anticaccia più sfrenate e radicali, che il più delle volte risulta infondato e che tenta di minare la stabilità del mondo venatorio.
Nel ringraziare l’assessore regionale alla caccia Fernanda Cecchini e tutto il suo staff che forte del lavoro svolto in collaborazione con tutte le associazioni venatorie per la stesura del calendario venatorio non ha esitato ha difendere le proprie scelte, questa associazione sarà ha disposizione della Regione Umbria e dell’Assessore in vista della discussione sul merito del ricorso prevista per la prossima primavera fornendo tutto il supporto possibile.
Il presidente Regionale Arci Caccia dell’ Umbria ha dichiarato: “Occorre riprendere il lavoro costruttivo iniziato negli anni 90, per difendere la caccia vera, sostenibile e sociale in modo da poter riconquistare un ruolo nella società che oggi a causa di un sentimento anticaccia che attraversa tutta la nazione e tutti gli schieramenti politici è stata messa al bando dalla società moderna, occorre che tutte le associazioni venatorie imbocchino la strada come negli anni che portarono alla legge 157/199 che io ho vissuto da allora 14enne ma che ricordo benissimo al fine di conseguire un obbiettivo comune che è la difesa della caccia e dei cacciatori.
Invitiamo la Regione Umbria in collaborazione con le associazioni venatorie ad elaborare un progetto di lungo termine che nel giro di alcuni anni porti ad una diminuzione dei danni causati dalla fauna selvatica e a gestire il problema dei danni causati dalla fauna selvatica in maniera ordinaria e non più l’affrontare la straordinarietà, che porti soprattutto al coinvolgimento di tutti i cacciatori e non come sta succedendo in questo momento che il tutto è gestito in maniera clientelare , questo significherebbe riconoscere un ruolo ai cacciatori che si mettono al servizio della società come gestori dell’ambiente e che in un periodo di crisi porterebbe a recuperare fondi per essere destinati realmente alla gestione della caccia.”
Il Presidente Regionale
Bennati Emanuele