Tentativo fallito
Il tentativo di abolire la caccia attraverso un referendum è ancora una volta fallito. Il CADAPA (Comitato Antispecista Difesa Animali Protezione Ambiente) che aveva promosso la raccolta delle firme necessarie ad indire la consultazione popolare non è riuscito a raggiungere il suo obiettivo. Il 26 luglio 2023 ha gettato la spugna, allo scadere del termine di tre mesi, giustificando l’insuccesso con gli eventi climatici avversi che – parole dello stesso Comitato – hanno impedito di raccogliere le 500mila firme previste dalla Costituzione. Appare, pertanto, velleitario e non legittimo l’intendimento di quanto dichiarato dallo stesso CADAPA di protrarre fino a metà settembre la raccolta delle suddette firme.
Modalità procedurali
Su tale modo di procedere le Associazioni Venatorie partecipanti alla Cabina di Regia (Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia ed il CNCN Comitato Nazionale Caccia e Natura) confidano nella competente attività di controllo della Corte di Cassazione. Ad oggi comunque è da prendere atto del nuovo fallimento di azioni referendarie portate avanti da sedicenti Associazioni Anticaccia.
Irregolarità messe in evidenza
Le Associazioni riunite nella Cabina di Regia, sempre vigili sulla raccolta firme per il referendum anticaccia promossa dal CADAPA e da altre associazioni, al fine di verificare la regolarità delle procedure adottate, saranno, pertanto, attive nel portare evidenza di tali irregolarità alle istituzioni preposte al controllo, auspicando che la vicenda si risolva nel pieno rispetto delle pratiche legali. La Cabina di Regia, con le sue attive componenti, continuerà inoltre a vigilare con la sua consapevole fiducia per la continuità dell’esercizio venatorio nel rispetto dell’esistente normativa (fonte: Federcaccia).