L’istanza era pervenuta alla Regione il 3 agosto. Mentre l’Ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aveva espresso il proprio parere favorevole all’attuazione del Pano di prelievo in una nota del 12 agosto. Tra le proprie disposizioni, la Regione ricorda che ”il prelievo in selezione è consentito nella sola forma da appostamento”, secondo orari stabili dalla legge. E ancora, che ”il prelievo di selezione è consentito soltanto ai cacciatori iscritti all’Albo regionale dei cacciatori di selezione”; ”la giornata di caccia e i capi abbattuti vanno segnati sul tesserino regionale per il prelievo di selezione”; ”il cacciatore di selezione è tenuto ad applicare all’orecchio sinistro del capo abbattuto l’apposita fascetta datario numerata fornita dall’ATC, prima di procedere allo spostamento del capo stesso dal punto di abbattimento”.
Infine, una raccomandazione, ”visto il sempre più elevato rischio di introduzione del virus della Peste Suina Africana nel nostro Paese, si consiglia di mantenere l’attenzione dimostrata in relazione a possibilità di trovare cinghiali morti (anche a seguito di incidente stradale) ovvero abbattuti ma che mostravano ante mortem comportamenti anomali di qualsiasi tipo, così da segnalarli alle competenti autorità (guardie venatorie, Polizia provinciale, Carabinieri Forestali, servizi veterinari delle Ausl localmente competenti).
Si raccomanda altresì di segnalare il ritrovamento di carcasse parzialmente predate (lo stato di infezione aumenta la probabilità di predazione) o putrefatte, in quanto il virus sopravvive alla completa decomposizione dell’ospite rendendo quindi sempre possibile una diagnosi di laboratorio”. L’Atc, entro 45 giorni dalla chiusura della caccia di selezione, dovrà rendicontare all’Area Decentrata Agricoltura competente i risultati del piano di gestione (Viterbonews24).