La sezione Prima Ter del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio si è occupato del ricorso di un uomo contro il mancato rinnovo della licenza di porto di pistola per difesa personale da parte della Questura di Roma. Si tratta di un provvedimento che risale al 2009 e motivato col fatto che questa persona era rimasta coinvolta in una indagine per appropriazione indebita, truffa e minaccia.
Il ricorso si è basato sul fatto che il titolare del porto d’armi, proprietario di una gioielleria, aveva ottenuto la licenza fin dal 2000, senza essere mai stato condannato per i reati citati in precedenza. Il TAR laziale ha scoperto che l’uomo era accusato anche di ingiuria, dunque il procedimento penale ha giustificato la sua inaffidabilità per quel che riguarda il possesso e l’uso delle armi. La condotta del ricorrente non è stata giudicata adeguata.
I giudici amministrativi, poi, hanno sottolineato l’archiviazione dei fatti e la mancata condanna in totale assenza di testimoni, una circostanza che comunque deve essere slegata dall’impiego delle armi. L’uomo è stato condannato a rifondere le spese di lite all’amministrazione, liquidate in mille euro oltre accessori di legge. La giurisprudenza in materia di armi si arricchisce pertanto di un nuovo precedente a cui non si potrà non fare riferimento.