L’emergenza cinghiali riguarda molte zone del nostro paese e purtroppo la provincia di Vicenza non è da meno. L’associazione animalista Coordinamento Protezionista Veneto ha però pensato bene di additare tutte le colpe ai cacciatori del posto. Secondo questo gruppo, infatti, l’aumento del numero di esemplari (da 40 a 600, un incremento di ben 15 volte) nei boschi Berici sarebbe il risultato del presunto accordo tra associazioni venatorie e istituzioni.
Per il Coordinamento, da 15 anni a questa parte si sfrutta l’ignoranza dei cittadini con liberazioni clandestine degli ungulati nelle zone di Brendola, Altavilla e Barbarano. La sezione vicentina di Italcaccia ha però risposto per le rime a queste accuse infamanti.
L’associazione ha spiegato quanto sia pericoloso il selvatico per le persone e le colture agricole, ragione per cui la Regione Veneto ha varato un piano per l’eradicazione. Gli abbattimenti di cinghiali durano praticamente tutto l’anno, una situazione che non sarebbe stata digerita dal gruppo ambientalista al punto da scovare responsabilità diverse.