Nel Parco nazionale dello Stelvio ci sono troppi cervi e la Provincia di Bolzano vuole ripristinare l’ordine ecologico con i prelievi. Saranno infatti i cacciatori, a partire da questo autunno, a eliminare gli esemplari considerati di troppo. «Fanno troppi danni al bosco, dobbiamo ristabilire l’equilibrio naturale», ha annunciato il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, spiegando che il «piano di gestione» ha ottenuto anche il visto dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Ma gli ecologisti non ci stanno.
«Si tratta di una scusa per far funzionare il sistema della caccia», dice Luigi Mariotti, per tanti anni guida del Wwf bolzanino che chiede alla Provincia di smettere di foraggiare gli ungulati durante l’inverno. Il piano di controllo del cervo per il periodo 2022-2026 è un documento di 177 pagine che spiega come ridurre la densità dei cervi per ripristinare l’equilibrio ecologico all’interno del parco dello Stelvio. A presentarlo è stata l’assessora all’Ambiente Maria Hochgruber Kuenzer che insiste sui danni all’agricoltura e alla silvicoltura provocati dai cervi. «L’obiettivo — dice l’assessora — è ripristinare l’equilibrio ecologico».
E per riportare l’ordine in natura si utilizzeranno i fucili. I primi «prelievi» inizieranno già questo autunno, come ha spiegato il direttore dell’Ufficio provinciale del Parco nazionale dello Stelvio, Hanspeter Gunsch. «Si partirà nelle aree della Val Venosta, Martello, Gomagoi, Campo Tures e nella Val d’Ultimo. Gli interventi di rimozione — specifica Gunsch — saranno coordinati ed organizzati dall’Ufficio provinciale del Parco nazionale dello Stelvio. Il campionamento verrà effettuato in collaborazione con specialisti appositamente formati: attualmente in Alto Adige sono circa 500». «Il parco può sopportare una densità massima tra i 5,5 e 10 capi per chilometro quadrato che oggi è superata», ha spiegato il governatore altoatesino soffermandosi sui danni al bosco. «La rigenerazione delle foreste è impossibile in queste condizione, non siamo gli unici ad aver adottato questo tipo di misure che hanno ottenuto anche il via libera dell’Ispra».
«Si tratta di un piano basato su un ampio lavoro di monitoraggio scientifico che vuole portare ad una stabilizzazione della popolazione complessiva dei cervi», ha aggiunto Kompatscher prevenendo le critiche del fonte ambientalista. E infatti il mondo animalista è estremamente scettico su un piano che, come sottolinea Luigi Mariotti «mira solo a mantenere il sistema della caccia». «La Provincia — chiarisce Mariotti che da anni milita nella sezione bolzanina del Wwf — da sempre consente di foraggiare gli ungulati durante l’inverno.
Certamente è triste vedere animali affamati d’inverno ma questo contribuirebbe ad abbassare il numero di cervi. Invece si preferisce foraggiarli per poi sparargli». Tra le altre soluzioni che, secondo il Wwf, potrebbero ripristinare l’equilibrio ecologico, ci sarebbe anche il lupo, un predatore naturale. «Purtroppo c’è troppa diffidenza tra cacciatori e agricoltori e non se ne può nemmeno parlare. Temiamo che molti lupi vengano uccisi di nascosto senza che la politica provinciale muova un dito», conclude Mariotti (Corriere del Veneto).