La salute del cane da caccia deve essere monitorata con estrema attenzione. I parassiti sono tra i principali nemici dell’ausiliario: sono un problema di comunissimo riscontro in ambito venatorio, visto che la campagna e la natura hanno un ruolo fin troppo determinante nel progredire della malattia. La diagnosi non è semplice a causa delle dimensioni ridotte e delle difficoltà di eliminazione, però gli accorgimenti esistono e basta seguirli alla lettera per evitare conseguenze peggiori. Tra i più pericolosi troviamo senza dubbio i tricocefali.
La parassitosi intestinale è molto diffusa tra i cani. Questa colpisce essenzialmente gli esemplari adulti. I cuccioli, invece, tendono ad essere colpiti di più dalla ascaridi. Il parassita è un verme che causa infezioni asintomatiche in più dell’85% dei casi, soprattutto se il numero dei vermi è contenuto.
I tricocefali il cui nome scientifico è Trichuris vulpis può colpire i cani di qualsiasi specie, ma soprattutto quelli che vivono nei canili o che frequentano luoghi all’aperto. Questo succede perché l’erba e il terriccio sono il luogo adatto in cui le uova tendono a svilupparsi.
Cosa sono i tricocefali e il loro ciclo biologico
I tricocefali sono parassiti che hanno l’aspetto di vermi tondi, che nella fase adulta arrivano a misurare fino a 4-7 centimetri. Diffusi nei cani adulti di tutte le età, sesso e specie, colpiscono nello stesso modo anche le volpi.
Per quanto riguarda il ciclo biologico dei Trichuris vulpis, sono parassiti molto longevi. Solitamente questi vengono espulsi dal cane attraverso le feci al cui interno ci sono le uova dei tricocefali.
Queste uova se lasciate liberamente sul terreno, nel giro di 15 giorni sviluppano una larva al loro interno. Se questa rimane all’interno dell’uovo riesce a sopravvivere per mesi, perchè protetta.
Il cane entra in contatto con il parassita e quindi si infetta, nel momento in cui ingerisce le uova con all’interno le larve sviluppate.
Una volta entrate nell’organismo del nostro amico a quattro zampe, queste nel giro di 24 ore attaccano l’apparato interno del cane.
Le larve escono dall’uovo e si nascondono nella mucosa intestinale. Trascorsi 10 giorni, dal duodeno passano all’intestino crasso. E’ in questa fase che i vermi adulti si sviluppano e si annidano.
Di solito il periodo in cui le larve sono presenti all’interno dell’intestino del cane trattato con le dovute medicine prescritte dal veterinario, varia dalle 8 alle 16 settimane.
I cani che, invece, non vengono sottoposti al trattamento, continueranno ad espellere feci con larve per circa un anno.
Questo non solo mette in pericolo la sua salute, ma anche quella degli altri segugi che inavvertitamente potrebbero infestarsi leccando il terriccio o le feci contaminate.
Sintomi e diagnosi
I sintomi dell’infestazione da tricocefali ha gravi conseguenze sull’oganismo del cane, questo perchè il parassita è ematofago. Il Trichuris vulpis per nutrirsi e per riprodursi succhia il sangue del segugio che lo ospita.
Ovviamente per riuscire a curare il nostro amico a quattro zampe la tempestività con cui vengono individuati i sintomi è fondamentale e sono i più disparati.
Ci sono cani che hanno la diarrea anche cronica, diarrea mucosa e diarrea ematica, molti iniziano a dimagrire in modo progressivo con il conseguente scadimento delle condizioni corporee. A questi sintomi vanno aggiunti anche l’iponatriemia e crisi convulsive.
Terapia
Per affrontare nel modo migliore questa malattia e per far si che il cane non abbia conseguenze, non bisogna affrontare la terapia da soli ma consultare un veterinario.
Solo un esperto potrà consigliare la giusta cura, le dosi e la durata del trattamento. Detto questo le cure per risolvere definitivamente questo problema non sono difficili.
Solitamente bisogna somministrare un vermifugo che comprenda anche i tricocefali a base di milbemicina, febantel o fenbendazolo.
A questo si deve associare una terapia di sostegno che si stabilisce in base alle condizioni del cane e alle malattie che si sono manifestate come conseguenza. Ad esempio, se nel frattempo il cane è dimagrito e se le sue condizioni corporee non sono ottimali bisogna intervenire anche su questo aspetto.
Prevenzione e durata del trattamento
Per evitare che il nostro amico a quattro zampe venga contaminato da questi parassiti, è fondamentale controllarlo costantemente quando si trova in parchi, luoghi aperti o in presenza di terriccio. Anche se non è semplice è la soluzione più efficace.
Nel caso in cui non siamo stati in grado di fermare il segugio mentre mangia il terriccio, un modo per affrontare la situazione tempestivamente è quello di controllare cosa ha ingerito se abbiamo dei sospetti.
I parassiti, infatti possono essere visti ad occhio nudo, sia nelle feci che nel vomito dell’animale. Per questo per avere la diagnosi corretta è importante conservarne un campione. Nel caso in cui non lo abbiamo, meglio descrivere in modo accurato al veterinario. Con tutte le informazioni potrà intervenire nell’immediato.
Prima di sottoporre il cane ad un qualsiasi trattamento, infatti, è fondamentale sapere da quale verme è stato infestato. Il veterinario quindi provvederà a fare le dovute analisi come la coproscopia, ovvero le analisi delle feci.
Dopo essere giunti al risultato si procede con un calendario di sverminazione che, porta il cane a guarire ed ad attuare la prevenzione.
Gli animali adulti e in buona salute, vengono trattati ogni sei mesi. Se invece, siamo davanti alle femmine gestanti, due o tre giorni prima della monta, dobbiamo procedere con la sverminazione. Successivamente ripetere l’operazione da dieci a quindici giorni prima del parto e a venti giorni dopo il parto più ogni quindici giorni per tutto il tempo dell’allattamento.
Quando si tratta di cani da caccia, riuscire a controllare quello che ingeriscono quando sono in aperta campagna o lontano dalla nostra attenzione non è semplice. La possibilità di incorrere in parassiti è molto alta. La salute del nostro amico a quattro zampe è molto importante per noi, come detto in precedenza, una soluzione è la prevenzione.
Consultando il veterinario di fiducia, che valuterà le condizioni e lo stato di salute del segugio, compresa l’età, la soluzione è quella di somministrare con scadenza mensile le compresse per la filaria a base di milbemicina.
In questo modo non solo lo mettiamo al sicuro dalla filaria, ma lo proteggiamo anche dai tricocefali assicurandogli una qualità della vita migliore.
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