Secondo quanto affermato dalle stesse associazioni, si tratterebbe di un risparmio inferiore ai 1500 euro annui, troppo poco per giustificare l’abolizione del comitato. La terza ragione è quella del potere che compete alla giunta provinciale che è solamente modificativo o soppressivo e non istitutivo. Inoltre c’è il quarto motivo del ricorso, vale a dire l’esclusione di interventi ambientalisti per la stesura del calendario venatorio che sarebbe addirittura in contrasto con le norme di diritto internazionale.
Giulia Zanotelli, assessore alla Caccia della Provincia di Trento, ha così commentato il provvedimento: “Le associazioni ambientaliste hanno tutto il diritto di fare ricorso contro la decisione, ma come Provincia confermiamo la correttezza e la fondatezza della decisione. Sul fronte del coinvolgimento dell’ambientalismo, la legge prevede il tavolo per la caccia e quella poi del Casteller che contempla il loro contributo”.