Emergenza da fronteggiare
La presenza su alcune aree di territorio regionale del virus della Peste suina africana (PSA) richiede il massimo sforzo di azione per limitare i rischi sanitari, per la pubblica incolumità e per contenere i danni agli allevamenti e alle colture agricole. Per affrontare l’emergenza i tre Enti di gestione delle aree protette del Ticino e lago Maggiore, Po piemontese e Valle Sesia, insieme alla Provincia di Vercelli, hanno deciso di unire gli sforzi siglando una convenzione triennale che ottimizza l’efficacia delle azioni di controllo del cinghiale (Sus scrofa) sui territori di rispettiva competenza.
Depopolamento dei cinghiali
L’accordo si realizza attraverso lo scambio di informazioni, il coordinamento degli interventi e delle iniziative, in atto e futuri, e con lo sviluppo di nuove sinergie e collaborazioni, con riferimento attento alla Deliberazione della Giunta Regionale n. 15 – 5450, del 29 luglio 2022, “Peste Suina Africana. Adozione del Piano Regionale di Interventi Urgenti per il controllo della peste suina africana e il depopolamento nella specie cinghiale nelle aree indenni della Regione Piemonte (PRIU Piemonte)”. I territori coinvolti sono quelli, in Provincia di Vercelli, che ricadono nel Parco naturale delle Lame del Sesia, nella Riserva naturale delle Baragge, nel Parco naturale del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi, nelle Aree protette del Po piemontese, nelle Aree protette della Valle Sesia ed eventuali ulteriori aree che si rendesse necessario individuare.
Operatori selezionati
Gli Enti firmatari concretizzano la collaborazione tramite il proprio personale, guardiaparco e agenti faunistici provinciali insieme a operatori esterni individuati da ciascun Ente e inseriti in appositi elenchi, ossia operatori selezionati per quanto riguarda gli Enti Parco e guardie giurate volontarie venatorie (GGVV) formate e selezionate dalla Provincia, coordinando gli interventi sui territori di competenza. Sono quindi potenziati con questo accordo lo scambio di informazioni e le attività di controllo, in modo particolare, ma non solo, per quanto riguarda gli interventi alla “cerca” – con automezzo e utilizzo di fonti luminose. Vengono condivise le informazioni che riguardano le autorizzazioni rilasciate al personale volontario e su eventuali azioni di ricerca di cinghiali feriti con l’utilizzo dei cani.
Aree protette
Nei luoghi dove vengono riscontrati maggiori danni all’agricoltura dovuti alla presenza del cinghiale, gli Enti Parco possono richiedere l’intervento del personale di vigilanza della Provincia. In caso di attività di prelievo con la tecnica “alla cerca” il personale della Provincia può effettuare l’abbattimento dei cinghiali sia all’esterno che all’interno delle Aree protette, coordinandosi con i guardaparco referenti di zona. Tutti gli Enti si rendono disponibili vicendevolmente a effettuare gli abbattimenti dei capi catturati con sistemi di trappolaggio con gabbie o recinti situati sia fuori che dentro i confini delle Aree protette. Aspetto innovativo dell’accordo sottoscritto sono gli interventi che gli Enti si avviano ad attuare nelle aree in cui la presenza del cinghiale è particolarmente critica per l’attività agricola. Oltre a un coordinamento ancora più stringente, in caso di particolari necessità, si impegnano a individuare operatori che rientrano sia negli elenchi degli Enti Parco che della Provincia e che pertanto possono operare sia all’esterno che all’interno delle Aree protette. Gli Enti Parco e la Provincia di Vercelli coordinano i propri interventi di contenimento del cinghiale avendo cura che tutte le azioni si svolgano in sicurezza, riducendo in questo modo i rischi di interferenze ed evitando sovrapposizioni con azioni già programmate (fonte: Parco Ticino Lago Maggiore).