Nel testo unificato delle proposte di legge regionale n. 66 e n. 72, che dovrebbero adeguare la normativa regionale del Piemonte vigente alla nuova legge nazionale in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell’attività di volo in zone di montagna, il Consigliere Regionale Valter Marin ha inserito alla lettera “e” del comma 14 dell’Articolo 22 l’autorizzazione a trasportare a valle i corpi dei cervi abbattuti dai cacciatori con l’elicottero. Le associazioni “Rifugio Miletta” di Agrate Conturbia (NO) e “Centro Recupero Ricci La Ninna” di Novello (CN) hanno lanciato una petizione domenica 28 novembre che chiede al Consiglio Regionale del Piemonte di rimuovere questo passaggio.
Sono state raccolte più di 8.000 firme in circa 48 ore. “Si parla tanto di transizione ecologica e poi, chi ha la responsabilità di legiferare, utilizza stratagemmi per consentire a una minoranza di sterminare sempre più animali, ora anche in luoghi remoti, per togliere loro ogni possibilità di salvezza. E, come se ciò non bastasse, autorizzano l’uso dell’elicottero per recuperarne i corpi in barba alla necessità di promuovere e sostenere attività con il minor impatto ambientale possibile” dichiara Alessandra Motta, presidente di Rifugio Miletta.
“È inaccettabile che, in un’epoca così drammatica di devastazione ambientale e perdita della biodiversità, oltreché di profonda crisi del genere umano legata alla pandemia e al riscaldamento globale, i nostri politici pensino a distruggere quel poco di fauna e flora che rimane. Chiediamo che non venga permesso nella maniera più assoluta di usare gli elicotteri per supportare il mondo venatorio nel portare a valle i cervi abbattuti in alta quota. Un metodo barbaro, che priva gli animali della possibilità di sfuggire alla morte.
È evidente che ormai abbiamo decimato gran parte delle specie animali a causa della caccia e dell’incuria dell’ambiente e, nonostante questo, ora si cerca di permettere che questa pratica violenta, chiamata sport, raggiunga agilmente anche le ultime zone dove gli animali trovano rifugio”, aggiunge il dott. Massimo Vacchetta, responsabile del Centro Recupero Ricci La Ninna (Quotidiano Piemontese).