Abbiamo deciso di estendere i nostri migliori auguri di Buona Pasqua a tutti i cacciatori e alle loro famiglie, attraverso una notizia, particolarmente gradita in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo. La buona notizia per noi cacciatori ma più in generale per tutti i cittadini toscani, è che dal prossimo mese di maggio, la Regione Toscana, vieterà l’uso del “Glifosato”, un pericoloso e potente erbicida, in largo anticipo rispetto alle Linee Guida dell’Unione Europea che ne prevedono il divieto per dicembre 2022. Il Glifosato è un diserbante sistemico di post-emergenza non selettivo (fitotossico per tutte le piante) e viene assorbito per via fogliare per poi traslocarsi in ogni altra parte della pianta per via prevalentemente floematica.
Tale caratteristica gli consente quindi non solo di colpire la parte epigea delle erbe infestanti ma le parti di conservazione ipogea, come rizomi radici etc. Spesso tale prodotto viene utilizzato in larga parte del mondo in simbiosi con colture geneticamente modificate rese resistenti all’azione dell’erbicida con conseguenze disastrose per l’ecosistema e la biodiversità. La decisione della Regione Toscana, è da considerare sicuramente un fatto di rilevanza globale e sicuramente destinato a far discutere anche nelle prossime settimane anche all’interno delle dinamiche nazionali ed Europee. Per quanto ci riguarda, non possiamo che esprimere soddisfazione per questo risultato ben consapevoli degli evidenti benefici che potrà trarne la fauna selvatica e più in generale l’intero ecosistema.
Sono noti vari studi e ricerche effettuati da organismi scientifici ed universitari, sui potenziali effetti collegati alla salute umana e alle risorse ambientali; Accumuli nelle acque superficiali (laghi e fiumi) ma anche sotterranee (falde), riduzione della biodiversità, effetti sulla sopravvivenza delle api e degli insetti impollinatori. Aspetti e fattori altamente limitanti ed impattanti che sovente si legano ad altri generati dall’uso massiccio in agricoltura di “pesticidi e neoniticotinoidi” che agiscono sul sistema nervoso centrale e sugli uccelli e piccoli mammiferi. Da questi ed altri elementi limitanti deriva in larga parte la progressiva perdita di presenza delle popolazioni di fauna selvatica (anche di interesse venatorio) in ambienti agricoli e coltivati. Non vi è dubbio che la vicenda del “Glifosato”(e di altri prodotti di sintesi usati in agricoltura) impone una urgente riflessione sulla necessità di ripensare il modello agricolo attuale e il modo di fare agricoltura sui nostri territori, favorendo un cambio di strategia.
Occorre una diversa considerazione verso l’ecosistema, la biodiversità e di conseguenza la salute umana. Alterare le leggi dell’ecosistema per finalità economiche e produttive è un prezzo troppo alto da pagare quanto ingiustificabile per le nuove generazioni. Il mondo venatorio, dovrà sempre di più occuparsi di come contribuire all’affermazione di processi di vero cambiamento per evitare che un giorno la natura ci rimetterà il conto finale. Accrescere il nostro ruolo in Europa, partecipare alla scrittura dei futuri Piani di Sviluppo Rurale delle regioni, ragionare su nuove tecniche per superare i costi ambientali della “difesa chimica” come arma per la produttività agricola sono priorità inderogabili. Sviluppare progettualità per spendere ed investire le risorse destinate dall’Europa all’agricoltura italiana, in favore della ripresa ambientale dei territori e dell’accrescimento della biodiversità significa stare in campo anche come cacciatori, per un futuro migliore e contemporaneamente per dare senso alla caccia del domani.