Le principali problematiche
Nella splendida cornice del Centro Visite del Padule di Fucecchio, a Larciano, in provincia di Pistoia, si è svolto il convegno promosso dalla Federcaccia Toscana-UCT, in collaborazione con la Sezione provinciale di Pistoia, sul tema “Lo stato di conservazione del capriolo in Toscana”. Un’importante occasione di confronto aperto e costruttivo alla quale hanno partecipato relatori di alto livello, che hanno contribuito con i loro interventi, a focalizzare le principali problematiche legate alla gestione faunistica della specie, aprendo anche una riflessione sulle possibili future scelte gestionali. Il convegno è stato aperto dai saluti di Lisa Amidei, Sindaco di Larciano, che ha ribadito l’importanza dell’esperienza di affidamento della gestione del Centro Visite alla Federcaccia Toscana-UCT, un punto qualificante delle attività svolte negli ultimi mesi nella struttura.
La predazione da parte del lupo
Il presidente della Federcaccia Toscana-UCT provinciale di Pistoia, Franco Biagini, ha coordinato e moderato i numerosi interventi dei relatori. Particolare rilievo è stato dato alla relazione di Marco Ferretti, dirigente dell’Ufficio Attività Faunistiche della Regione Toscana, che, insieme ai colleghi Mazzarone e Mattioli, ha presentato un corposo elaborato tecnico. Ferretti ha evidenziato un trend generale di decrescita della popolazione di capriolo, sebbene non omogeneo nei vari territori, e ha analizzato le cause di questa tendenza, tra cui la predazione da parte del lupo.
L’importanza di programmi di gestione
Il dottor Focardi del CNR ha sottolineato l’importanza delle tecniche di monitoraggio rapide ed economiche per conoscere l’attuale densità di popolazione del capriolo in Toscana e per impostare piani di prelievo correttamente calibrati. Anche il dottor Francesco Riga di ISPRA ha confermato il trend di decremento della specie, mettendo in luce alcuni aspetti fondamentali per la gestione della popolazione: l’importanza di programmi di gestione a livello locale, la revisione dei metodi di stima delle popolazioni e la programmazione del prelievo venatorio, tenendo conto delle caratteristiche ambientali e socio-economiche locali. Riga ha anche sottolineato la necessità di bilanciare il prelievo, anche se i piani non vengono sempre completati, rispettando le tempistiche sensibili per la specie. Il dottor Alessandro Brugnoli ha portato l’esperienza del Trentino, confermando l’aumento esponenziale della popolazione di cervo e la stabilità del capriolo grazie alla gestione faunistica venatoria attuata, nonostante l’evidente pressione della predazione da parte del lupo.
Danni causati dalla specie
In rappresentanza degli ATC toscani, il coordinatore Franco Cassioli ha condiviso le esperienze di gestione e le difficoltà incontrate sul territorio. Il Presidente Marco Salvadori ha concluso i lavori, richiamando l’esigenza di fare sintesi per garantire la conservazione della specie e la caccia di selezione, compatibilmente con la sostenibilità dei danni causati dalla specie, che oggi risultano ai minimi storici. Salvadori ha inoltre evidenziato la necessità di introdurre correttivi nelle scelte gestionali, fondati su solide basi scientifiche, che non si limitino ai dati di prelievo, ma che comprendano anche una conoscenza approfondita dello status della specie attraverso le moderne e innovative tecniche di monitoraggio. Federcaccia Toscana-UCT continuerà a promuovere e supportare il dialogo tra istituzioni, esperti e cacciatori, affinché la gestione faunistica della Toscana possa proseguire in modo sostenibile e scientificamente fondato, assicurando un equilibrio tra conservazione della biodiversità e le necessità legate alla gestione venatoria. (Ufficio stampa Federcaccia Toscana-UCT)